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Le 3 Montagne Azienda Agricola di Luigi De Caprio è immersa tra le colline di Canino nella Maremma Laziale, nel cuore della Tuscia, terra di antiche tradizioni apprezzata e coltivata dagli Etruschi per la fertilità dei suoi suoli calcarei e vulcanici. Qui, in un paesaggio suggestivo dove vigne, uliveti e boschi convivono in armonia, si producono vini e olii extravergini d’oliva che esprimono l’anima autentica di questa zona. L’Azienda è in conversione verso un metodo di coltivazione biologico biodinamico, i prodotti nascono dall’amore e il rispetto della natura, offrendo sapori autentici e di alta qualità, sotto la guida esperta di Marisa, Perito Agrario, e Luigi, erede dei valori agricoli familiari.

Le linee di vini incarnano l’impegno per la qualità e la sostenibilità. A partire dalla vendemmia 2024 / 2025, l’azienda ha lanciato sette vini: Merlot, Merlot affinato in barrique, Sangiovese, Sangiovese affinato in barrique, Trebbiano Procanico, Malvasia e Rosé. Ogni varietà racconta la personalità delle vigne, curate con dedizione e metodi agricoli rispettosi dell’ambiente. La vendemmia, eseguita a mano, preserva l’integrità dei grappoli e valorizza le peculiarità di ogni uva. La fermentazione avviene in tini d’acciaio e l’affinamento in botti di rovere, assicurando a ciascun vino un profilo aromatico unico.

L’Azienda Agricola “Le 3 Montagne” produce due linee di olio extravergine d’oliva: Anima Verde e Armonia degli Dei, entrambe fedeli all’identità del territorio di Canino. Anima Verde è ottenuto esclusivamente da olive della varietà Canino, che producono un olio Evo che si distingue per il caratteristico colore verde smeraldo e un gusto deciso e piccante, perfetto per carni rosse, selvaggina e bruschette, questo olio si abbina a piatti sapore intenso.

Armonia degli Dei deriva da varietà di olive Maurino e Leccino, ha un sapore delicato ed un fruttato ricco e variegato, ideale per accompagnare pesce e verdure. Entrambi gli oli sono estratti a freddo entro sei ore dalla raccolta, per garantire freschezza e qualità. Disponibili nei formati da 100 ml, 500 ml, 750 ml e 5 litri, rappresentano un impegno per l’eccellenza e la sostenibilità.

Si è svolto nel centro metropolitano di formazione professionale di Castel Fusano a Roma l’evento “Essere cuoco Essere Maître”, che rappresenta, nel mondo della ristorazione, un format il cui interesse va oltre il territorio e si estende praticamente a tutta la regione.

Essere cuoco Essere Maître, lo dice chiaramente il nome, è essenzialmente una festa inventata dall’Associazione CiboFuturo e dedicata agli allievi degli istituti alberghieri. È una giornata che inizia con una gara di cucina giunta alla sua dodicesima edizione, ed una di sala, il trofeo Ventura, che ormai da qualche anno contribuisce a ridefinire il ruolo del maître e del barman. E mentre un nutrito gruppo di aziende, selezionate con attenzione per il loro livello qualitativo, allestiscono stand e organizzano presentazioni e laboratori per spiegare i loro prodotti, gli allievi in visita hanno l’opportunità di incontrare personaggi significativi del settore, partecipare a seminari e   dimostrazioni.

La giornata continua tra un pranzo condiviso tutti insieme, assaggi e degustazioni, l’ingresso del pubblico, e poi ancora laboratori, la spettacolare gara Food Art, premiazioni e contributi estemporanei di grande interesse, per finire con musica e ballo generale. Ma in realtà i contenuti più importanti sono quelli che meno si vedono: l’intento strategico di riportare il cibo sano pulito e giusto al centro dell’attenzione individuale e collettiva, cibo scelto non consumato, cibo che si impara a conoscere insieme a chi lo produce, cibo che si porta a tavola e ci fa riscoprire la condivisione e la convivialità.

E quindi un proposito per le nuove generazioni, centrato sulla necessità di sapere, e di continuare ad imparare in un mondo che cambia a volte anche pericolosamente. Ed ancora, la necessità di acquisire il superpotere dell’etica professionale perché dobbiamo aiutare i giovani a capirlo, e spiegare che farà tutta la differenza nella loro vita lavorativa ma anche in quella di coloro a cui quel lavoro darà cibo, piacere e salute.

Quest’anno Essere cuoco Essere Maître è tornato alla sua sede storica di Castel Fusano, ora anche polo universitario, e che non a caso da settembre ospiterà le lezioni della facoltà di scienze enogastronomiche, come anticipato in questa occasione dalla professoressa Daniela Tofani di Roma Tre.

La manifestazione ha raggiunto il culmine nel pomeriggio, con oltre 800 visitatori registrati, 40 aziende presenti, allievi da tutto il Lazio e tantissimi operatori di settore, dimostrando che in questi tempi non facili il lavoro volontario e disinteressato dello staff dell’Istituto alberghiero, dell’associazione CiboFuturo e dell’ APCI Lazio, ma anche di tanti amici, ristoratori locali, partner di percorso e istituzioni attente al futuro dei giovani, che si può fare qualcosa, anzi forse più di qualcosa con pochissimi soldi, tanto impegno e qualche sogno.

La DMO H2O ha in questa occasione presentato una importante iniziativa sulla riscoperta dei valori della transumanza che si svolgerà ad ostia antica e coinvolgerà le scuole del territorio, annunciata da Piero Orlando, Presidente della DMO, Nicola di Niro, Alessandro D’Alessio Direttore del Parco Archeologico di Ostia Antica, Leandro Ventura Direttore dell'Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale del MiC e Maura Gentile Presidente del Club per l’Unesco di Roma.

Alla giornata di festa che si è chiusa con un aperitivo ed i giovani a ballare in un dj-set al tramonto sono stati presenti fra gli altri, Mario Falconi Presidente del Municipio Roma X, Valentina Prodon, Vice Presidente, e gli assessori Antonio Caliendo ed Andrea Morelli.

Nomina – Cucina Ludica: un nuovo ristorante nel cuore del suggestivo rione Monti a Roma.

Ideato dalle imprenditrici Roberta Battista e Francesca Neri, Nomina è il progetto gastronomico dello chef Andrea Fusco, dove la cucina diventa un luogo di divertimento e creatività, offrendo un’esperienza culinaria unica e sorprendente.

Situato nel cuore del suggestivo rione Monti (Largo Angelicum, 1/A), all'interno del complesso storico dell'Angelicum, Nomina si sviluppa su tre spazi distinti: una raffinata sala interna (26 coperti), un dehor verandato (42 coperti) e un intimo giardino esterno (20 coperti). Il design, curato da Rocco Bellanova, è un omaggio all'Old English Eclecticism, ispirato agli antichi viaggiatori del Grand Tour, con richiami agli interni eleganti e sofisticati di quell'epoca, che creano un'atmosfera unica e suggestiva.

Andrea Fusco, chef di lunga esperienza e riconosciuto a livello internazionale, ha consolidato il suo successo nel 2010 ottenendo una stella Michelin con il rinomato ristorante Giuda Ballerino!.
Il suo percorso, arricchito da consulenze e collaborazioni in tutto il mondo, lo ha portato a padroneggiare tecniche raffinate e a interpretare gli ingredienti con una profonda conoscenza. Fusco combina innovazione e tradizione, trasformando ogni piatto in un'esperienza unica, dove il piacere della cucina si unisce alla sperimentazione e alla condivisione. 

La "Cucina Ludica" di Nomina incarna la visione gastronomica dello chef Andrea Fusco in cui il cibo diventa un’esperienza di scoperta, sorprendente e coinvolgente. Alla base di questa filosofia c’è una conoscenza profonda delle materie prime e delle tecniche, unite a un approccio creativo che invita al gioco e alla sperimentazione. Ogni piatto è pensato per sorprendere e incuriosire, trasformando la tavola in un percorso sensoriale dove si intrecciano sapori contemporanei e reminiscenze ancestrali, mettendo sempre al centro l’autenticità e l’essenza di ogni ingrediente.

La proposta culinaria di Nomina è varia e articolata, pensata per accontentare i palati più esigenti e curiosi. Il menù esplora sapori autentici con un approccio che unisce semplicità e ricerca. Ogni portata è studiata per garantire un'esperienza di gusto genuina, che mette al centro l'autenticità degli ingredienti e una cura impeccabile per i dettagli.

Le cotture alla griglia occupano un ruolo centrale nella cucina di Nomina, simbolo di un ritorno alla cucina essenziale e ancestrale. Carni selezionate, pesce fresco e verdure di stagione vengono cotti con maestria per esaltarne sapori, aromi e proprietà nutritive. Lo chef Andrea Fusco, con un approccio attento e rigoroso, utilizza tecniche di cottura semplici ma precise, che permettono ai prodotti di esprimere tutta la loro autenticità, senza sovrastrutture. È un omaggio all’essenza pura delle materie prime, dove il gusto vero e genuino è protagonista indiscusso del piatto.

Conclusa domenica 5 maggio la “Festa del riccio di mare 2024” organizzata dalla Comunità Slow Food del Riccio Di Mare di Santa Marinella e Civitavecchia in collaborazione con l'associazione CiboFuturo e la Condotta Costa della Maremma Laziale, con il supporto dell’ARSIAL, del Comune di Santa Marinella e della Fondazione Cariciv per informare cittadini e operatori economici della grave situazione relativa alla sopravvivenza di questo echinoderma.

La manifestazione, il 19 aprile ha ospitato un Convegno scientifico nazionale presso la Capitaneria di Porto di Civitavecchia. La stessa Capitaneria la FAO ed i ricercatori dei tre facoltà universitarie hanno insieme definito, forse come mai prima, un quadro completo e certamente preoccupante, ma hanno anche indicato alcune possibili azioni, ipotizzando un percorso congiunto con un plauso all’iniziativa auspicando che divenga un appuntamento fisso.

Dal 2 maggio poi una serie di incontri con cittadini ed alunni delle scuole, ha permesso di diffondere una sorta di crociata in difesa di …Ciccio il Riccio, mascotte della festa;I piccoli in particolare hanno preso molto seriamente la loro missione di difensori del riccio, e la Comunità conta di rinnovare questo effetto con una campagna estiva sulle spiagge della città.

“Oltre il riccio” La gara gastronomica fra ristoratori Ideata e gestita da CiboFuturo ha rappresentato un elemento importante nella strategia di difesa dell’echinoderma. Una gara con una formula innovativa, arricchita di spettacolarità, disseminazione sui social, riconoscimenti e premi. L’idea è proporre una ricetta alternativa da offrire al cliente che dovesse chiedere   "i ricci locali" la gara si è svolta alla Casina Trincia, messa a disposizione dall’amministrazione di Santa Marinella ed attrezzata per l’occasione con una cucina professionale, nella sfida al sapore di mare. Hanno prevalso Serena Federzoni e Claudio Scipione, del ristorante Mylord di Civitavecchia, con il loro “L’anemone sa di mare” secondo il raffinato “Tagliolino al Gobetto” di Tommaso Fiorucci di Acquamarina, Santa Marinella, terzo posto per Simone Tumolo, de “La Piazzetta” con l’intrigante “sembra riccio ma non é”.

Plauso della giuria anche per i giovanissimi chef de “I Cardinali “, con “Quasi un riccio”, e del patron del “Borghetto Bistrot” con I “Gnocchetti al finto riccio”.

Degustati anche dai presenti i piatti fuori concorso realizzati degli chef Piero Berardi e Fabrizio Fraschetti.

In chiusura importante la riflessione finale fatta insieme al Sindaco Tidei e ai rappresentanti dell’amministrazione Minghella e Fratarcangeli sulla grande potenzialità che un’offerta qualificata improntata sulla sostenibilità, e in qualche modo sostenuta dei principi di Slow Food, possa oggi essere, sia per i visitatori stranieri che per quelli italiani, un ulteriore elemento di scelta per qualificare l’offerta delle due città. C’è molto da lavorare, ma già considerare seriamente questa opzione sarebbe un buon passo avanti. Ed ultimo ma non ultimo, quelli che hanno chiesto “ma poi si magia il riccio?” hanno potuto assaggiare deliziosi “ricetti di cioccolata” preparati per l’occasione!

Un’esperienza culinaria unica e ricca di sapori, direttamente nel cuore dell’Umbria. Questo è quanto propone l’Home Restaurant 42.13, situato nel pittoresco borgo umbro di Cascia e nella suggestiva zona di Colforcella.

Il locale, ideato e gestito da Livio e Andrea, offre un’esperienza familiare, andando a riscoprire i sapori autentici e genuini della cucina italiana, spaziando su più fronti. L’origine dei due proprietari – uno veneto e l’altro laziale – si ritrova, infatti, nei piatti che preparano con cura e attenzione alla stagionalità, ma anche negli arredi del locale.

Con un massimo di soli sei posti, l’Home Restaurant 42.13 fa sentire veramente a casa, servendo un menù proposto periodicamente e prenotato in anticipo, rispetto la stagionalità degli alimenti e variando a seconda del tema prescelto al momento della prenotazione.

La particolarità di questo home restaurant, infine, sta anche nel nome, scelto in base alla collocazione geografica del luogo: 42° di latitudine e 13° di longitudine.

Nella bellissima sede della biblioteca della Capitaneria di Porto di Civitavecchia, all’interno di forte Michelangelo, si è svolto il convegno “Riccio Di Mare tra prelibatezza ed estinzione”, organizzato dalla Comunità Slow Food del Riccio Di Mare di Santa Marinella e Civitavecchia, con il supporto della Fondazione Cariciv, del Comune di Santa Marinella, della Condotta Slow Food Costa della Maremma laziale e dell’Associazione CiboFuturo.

É stata opinione condivisa che il panel, composto da relatori di altissimo livello, tra i quali Maissa Gharbi della Commissione Generale Pesca del Mediterraneo - FAO, Sergio Scanu, del Laboratorio Oceanologia UniTuscia, Simone Marzeddu e Luca Muzzioli dell’Università “La Sapienza”, abbia condiviso informazioni e contenuti di alto interesse che hanno grandemente ampliato l’orizzonte di conoscenze necessarie a contrastare i rischi di estinzione dell’echinoderma. Da parte sua, il Comandante della Capitaneria di Porto Salvatore Marchese, Capo Servizio Operazione per l’ambiente e difesa costiera, ha condiviso con il pubblico importanti informazioni e considerazioni sullo scenario relativo alla lotta al bracconaggio e fornendo dettagli e numeri. Insieme alle criticità, il Comandante Marchese ha anche sottolineato le opportunità di collaborazione sia con il corpo scientifico di riferimento, sia con la popolazione locale per attività di sensibilizzazione contro la pesca illegale ed azioni concrete di vigilanza volte a ripopolare la risorsa.

«Come Comunità del Riccio di Mare – ha detto il portavoce Angelo Fanton – siamo molto soddisfatti di un incontro che va a riempire un vuoto nella circolazione di informazioni sull’argomento, e di questo ringraziamo tutti quelli che hanno aderito all’iniziativa e l’hanno resa possibile. Questo convegno, che contiamo di ripetere il prossimo anno per fare il punto sui progressi, ha spaziato dalla descrizione dei rischi del bracconaggio, alla testimonianza del rappresentante dei pescatori Patrizio Vinci, fino al contributo delle esperienze che ci vengono da luoghi anche molto vicini, come quelle in corso sull’isola di Procida. Ora – ha concluso – abbiamo tanti spunti su cui riflettere, tanto lavoro da fare, tanti cittadini con cui parlare perché condividano con noi questa iniziativa. Ora concentriamoci sulla prossima Festa del Riccio!”.

La Festa, il cui inizio è stato spostato per ragioni tecniche al 2 maggio, prevede una gara tra ristoratori per la migliore alternativa al riccio e incontri con i cittadini con laboratori per i piccoli, show cooking e altre iniziative.

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