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Presentata al Pantheon di Roma Oculus-Spei, l’installazione multimediale interattiva dell’artista Annalaura di Luggo con il patrocinio morale del Giubileo e del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e del Ministero della Giustizia.

L’appuntamento coincide con la Giornata internazionale dei diritti delle persone con disabilità nei Musei. L’iniziativa è promossa da Pantheon e Castel Sant'Angelo - Direzione Musei nazionali della città di Roma con il coordinamento scientifico di Gabriella Musto e la curatela di Ivan D’Alberto, teorico e storico dell’arte contemporanea.

L’intervento installativo prende spunto dall’affermazione «Spes non confundit» ovvero «La speranza non delude» che apre la bolla papale del Giubileo del 2025.

Annalaura di Luggo costruisce intorno a questa dichiarazione la sua proposta espositiva dove la rappresentazione visiva del fascio di luce dell’Oculus del Pantheon diventa la chiave per aprire 5 Porte Sante ideali. Il pubblico, invitato a bussare concretamente a queste Porte, è traghettato in un’altra dimensione, e ad affiancarlo in questo viaggio sono persone con disabilità che accompagnano l’osservatore in un “pellegrinaggio di speranza”. Questi moderni Virgilio, illuminati e trasfigurati dalla Luce, aprono uno “sguardo inedito” sulla bellezza interiore.

Oculus-Spei è, infatti, un invito a compiere un percorso spirituale e culturale attraverso la scoperta dei quattro angoli del mondo simbolicamente rappresentati dalle quattro vele che compongono il logo del Giubileo. Il viaggio culmina in una quinta porta, quella del Carcere di Rebibbia che Papa Francesco ha scelto come Porta Santa aggiuntiva del Giubileo. Qui il fruitore è messo di fronte a sé stesso grazie a un sistema di telecamere gesture recognition in tempo reale: uno spazio trasformativo dove, ancora una volta, è la luce ad attivare una riflessione profonda sulla nostra condizione di esseri umani.

Il viaggio tra le Porte Sante diventa così una metafora di una spiritualità universale nel segno di un impegno per le pari dignità di tutti, nell’ottica di una solidarietà espressa attraverso il linguaggio dell’arte, perché come ha dichiarato il pittore tedesco Gerhard Richter: «L’Arte è una forma di speranza». L’affermazione di Richter trova una perfetta aderenza nel lavoro di Annalaura di Luggo poiché interventi come quello pensato per Il Pantheon rappresenta una vera e propria forma di resistenza ai progressivi processi di omologazione della società contemporanea sempre più ammaliata da luoghi comuni.

Oculus-Spei è una lente d’ingrandimento sul valore dell’Arte intesa sia come “sguardo” critico dissolvente che con lucidità disvela le molteplici contraddizioni del reale e sia come “sguardo” rinnovato che può aprirci la vista (interiore) a possibili orizzonti. Annalaura di Luggo ci spinge ad una visione analitica dei temi trattati non negando mai la matrice cristiana del suo lavoro, ma ben consapevole quanto l’Arte, nel senso laico del termine, sia capace di andare oltre quel conformismo dilagante che seduce costantemente il nostro presente. Le cinque “porte” che contaminano lo spazio diventano forme enigmatiche in grado di suscitare l’immaginario degli astanti; sono totem arcaici che con il loro disvelamento offrono una rivelazione epifanica. Ed è la “forza generatrice” dell’Arte a materializzare sulla superficie del monolite un deus ex machina pronto ad accompagnare l’uomo verso un percorso di conoscenza.

Solo così l’Arte diventa davvero una forma di speranza.

La mostra è stata realizzata anche con il contributo di Pictet Asset Management una società di gestione patrimoniale indipendente che lavora sinergicamente con il gruppo intesa Sanpaolo

Dal 4 dicembre l’installazione sarà visibile durante i consueti orari di visita del Pantheon, previo acquisto del biglietto di ingresso. Per informazioni: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. e per prenotare la propria visita: www.museiitaliani.it/musei

 

 

 

Biografia

Annalaura di Luggo (1970) è nata a Napoli dove vive e lavora. Il suo percorso si muove prevalentemente tra ricerca multimediale, fotografia, video e regia. Le sue opere e le sue installazioni sono realizzate attraverso la fusione di tecnologia e manualità e dialogano con il fruitore che è spesso protagonista dell’azione. Questo è portato a riflettere su questioni sociali e ambientali. Annalaura di Luggo ha affrontato temi come i diritti umani (“Never Give Up”, Carcere Minorile di Nisida; “Human Rights Vision” per la Fondazione Kennedy di New York), la cecità (“Blind Vision” presentato alle Nazioni Unite ed al Consolato Italiano di New York), il mondo animale (“Sea Visions / 7 punti di vista”), la natura e la biodiversità (“Genesis” per la 58ma. Biennale di Venezia). Il progetto, denominato Napoli Eden, con l’utilizzo di alluminio riciclato per la costruzione di quattro grandi installazioni pubbliche site-specific ha incoraggiato il dibattito sulla sostenibilità nel capoluogo campano, ispirando la realizzazione del docu-film “Napoli Eden”, diretto da Bruno Colella, che ne racconta il processo creativo. “Napoli Eden” si è qualificato alle nominations agli Oscar 2021 per la categoria Best Documentary Feature. L’alluminio riciclato e la monumentalità sono presenti anche nell’intervento installativo in “Collòculi > We Are Art”, una grande iride scultorea capace di trasmettere contenuti multimediali ed immersivi. Il lavoro è stato presentato in anteprima presso la Fondazione Banco Napoli del capoluogo campano e al Museo Archeologico Nazionale di Napoli | MANN. Le fasi di realizzazione di Collòculi sono il focus del documentario “We Are Art Through the Eyes of Annalaura”, diretto dalla stessa artista, la cui narrazione oscilla tra video arte e cinema sperimentale. Il documentario si è qualificato per la “Consideration” agli Oscar 2023, nella categoria Best Documentary Feature e Best Song. Vasta la sua bibliografia, con interventi dei maggiori critici d’arte e personalità internazionali del mondo della cultura e dello spettacolo, tra cui Paul Laster, Stephen Knudsen, Rajsa Clavijo, Timothy Hardfield, Paco Barragán, Stefano Biolchini, Hap Erstein, Francesco Gallo, Irene Galuppo, Aldo Gerbino, Giulia Gueci, Marcello Palminteri, Demetrio Paparoni, Gabriele Perretta, Antonello Tolve, Vincenzo Trione, Andrea Viliani. Le sue opere sono presenti in collezioni pubbliche e private in Italia e all’estero. Tra le mostre personali più recenti si ricordano: “Multum animo vidit” presso il PAN-Palazzo delle Arti, Napoli; “Oscurità e sommersione”, presso il Complesso Monumentale dello Steri a Palermo; “Collòculi / Intro-Spectio”, Museo Nazionale Romano-Terme di Diocleziano; Collòculi @Pompeii, Parco Archeologico di Pompei. Il suo lavoro è trattato da numerose gallerie in Italia e all’estero, ed in particolare da JUS Museum / Arti Contemporanee (Napoli) che promuove le sue opere attraverso mostre pubbliche e private e nelle principali fiere d’arte. Ha realizzato installazioni permanenti (Museo dell’Istituto P. Colosimo di Napoli, Museo del Carcere di Nisida), temporanee ed interattive (Nazioni Unite, New York; MANN Museo Archeologico Nazionale, Napoli; Fondazione Banco Napoli, Napoli e Chieti; Salone Nautico Internazionale, Genova; Museo Nazionale Romano-Terme di Diocleziano, Roma: Parco Archeologico di Pompei, etc.) volte a modificare la percezione dello spazio e le coordinate visive del reale.

Pennelli, ombretti colorati, mascara e blush, è terminato il beauty contest Aegyptia Fashion Lab. Mission: premiare il miglior make up artist. Un concorso nazionale giunto al suo 12° anno che ha voluto celebrare la bellezza contemporanea e inclusiva, aperto agli studenti delle più importanti scuole e accademie di acconciatura ed estetica. Obbiettivo comune: diventare un make-up artist e hair-stylist professionista.

Una kermesse originale, che ha avuto una madrina e presentatrice d’eccezione: la conduttrice televisiva e influencer Barbara Francesca Ovieni. In outfit rosa nello splendido abito di LaSantos Atelier, la Ovieni ha mostrato tutte le prove di abilità di Aegyptia Fashion Lab, che ha decretato come vincitori: Maria Grazia Mantione per il Contest Fashion Show e Jody Sebastian Magnano per il Contest Total Look.

La kermesse è stata organizzata da Emanuele Giunta, direttore della BCM Accademy di Milano, riscuotendo un grandissimo successo sia di pubblico in presenza che sui social. Merito anche di Barbara Francesca Ovieni, perfetta padrona di casa.

«Devo ringraziare la BCM Accademy e Aegyptia Milano make up, che mi hanno voluta per presentare la 12esima edizione del loro importantissimo Contest di genere – ha dichiarato la Ovieni - ogni anno è in crescita, anche perché non si limita al territorio nazionale. È diventato un evento europeo, tanto che al secondo posto si è classificata la Svizzera».

«Sono appassionata di make up in quanto ha sempre fatto parte del mio lavoro – conclude la Ovieni - i miei migliori amici sul set sono proprio loro, i make-up artist. Gli affido il mio faccino da sempre e ormai sono brava a riconoscerne il talento. Quidi talento ne ho visto tanto. Era difficile scegliere il migliore fra gli allievi delle beauty Accademy in gara».

La premiazione si è svolta a seguito di un fashion show firmato dalla stilista brasiliana Beatrice Lanfredi, fondatrice del marchio Águas do Brasil. I vincitori avranno la possibilità di partecipare a una sfilata della Milano Fashion Week di settembre 2024 in qualità di make up artist del team Aegyptia, con la società di servizi 360°BACK.

30 Gennaio 2024. Archiviato il 2023, lo Sport Italiano guarda al 2024. Su tutte le Olimpiadi di Parigi, le 33esime dell'era moderna, da venerdì 26 luglio. L'evento della Capitale Francese anticipa quello attesissimo, per il nostro Paese, di “Milano Cortina 2026”.

E, se queste sono le previsioni dello sport a livello internazionale, lo Sporting Club Monterosa Novara, ancora una volta annuncia una novità assoluta. Ad entrare in grande stile, come solo lui sa fare sulle passerelle del mondo, sarà il noto stilista Carlo Pignatelli che per questa stagione vestirà gli Allievi dell’Accademia di Equitazione del Monterosa.

Infatti, dopo essere stata una delle poche Scuola di Eccellenza di equitazione della F.I.S.E. in Piemonte, il “Monterosa” ha deciso di fare un upgrade significativo, inaugurando per il 2024 il progetto dell’Accademia Monterosa.

Dedicata a tutti quei praticanti dell’equitazione che non si accontentano e che vogliono fare un percorso sportivo di qualità, per partecipare ad eventi e gare ai massimi livelli nazionali e internazionali. Pioniere di questa iniziativa è la giovane Martina Guerra, giunta al Monterosa per un percorso di perfezionamento e che nel giro di qualche anno ha visto crescere le sue performance, arrivando a partecipare ai Campionati del Mondo di C.C.E. di Le Lyon d’Angers dell’ottobre scorso. Preceduta nel 2022 dal capitano della squadra: l’Assistente Capo della Polizia di Stato Federico Riso, qualificato per gli Europei young riders del 2024.

Gli Allievi dell’Accademia di Equitazione, quindi, potranno avvalersi di Istruttori qualificati e partecipare a stage tenuti in loco da Campioni Olimpici e specialisti di ogni disciplina: dressage, salto e completo, oltre a lezioni teoriche su mascalcia, veterinaria, cura del cavallo, nella nuovissima sala conferenze multimediale.

Ambiziosi gli obiettivi sportivi che l’Accademia si è posta con i suoi Atleti: la qualifica alle Olimpiadi Parigi 2024; partecipazione al Campionato del Mondo di completo “cavalli di 8 e 9 anni” di Blenheim; al Campionato del Mondo di completo “giovani cavalli” di 6 e 7 anni a le Lyon d’Angers; ai Campionati Europei di completo young riders; Campionati Italiani giovanili di completo e salto ostacoli; Campionati regionali giovanili di completo e salto ostacoli e Campionato e saggio delle scuole.

Il 2024 rilancia le iniziative presentate nelle precedenti stagioni con eventi che legano, in un indissolubile connubio, il mondo degli sport equestri con la partecipazione del grande pubblico.

 

Una donna poliedrica, un vero fenomeno della natura. Lei è Gloria Aura Bortolini, regista, fotografa, autrice, ma soprattutto giornalista. Trevisana doc, è divenuta famosa in Italia per essere stata invita di molte trasmissioni tv, dopo aver girato il mondo. Attualmente è impegnata su Rai 1 nel programma “Camper in Viaggio”, dove gira la Penisola per raccontare tante delle nostre più celebri città.

 

Conclusa la stagione di “Top -  Tutto ciò che fa tendenza” su Rai2, per lei è cominciata la nuova avventura di “Camper in viaggio” su Rai1. Emozionata?

 

Emozionatissima! Nella scorsa edizione di Camper ho raccontato 65 borghi italiani, quest’anno invece esplorerò le città italiane, in particolare Torino, Firenze, Roma, Genova e Milano. Mi concentrerò sugli aspetti meno conosciuti e fuori dai soliti circuiti turistici, ma altrettanto belli e interessanti. Che poi è proprio il tipo di viaggio che piace a me, da esploratrice curiosa quale sono io.

 

Gloria Aura come ha iniziato la sua carriera da giornalista?

 

Dopo la mia laurea in economia e marketing, ho trascorso un anno sabbatico in Sud America dove ho conosciuto una reporter. Volevo un lavoro che mi facesse viaggiare e così per due anni ho vissuto in Brasile e in Argentina, realizzando reportages politico-economici per testate internazionali. Poi mi sono trasferita a Londra e ho iniziato a fare documentari, coniugando la mia passione per la fotografia ed il cinema del reale. Mi piace raccontare storie, stando dietro l’obiettivo come fotografa e regista, e in televisione come presentatrice e inviata.

 

Lei si è laureata in economia e si è specializzata come reporter di grandi testate intervistando politici e imprenditori. Che cosa l’ha portata poi a virare sul turismo, la natura e l’arte?

 

Il turismo è sempre stato il mio grande interesse, in particolare il turismo sostenibile su cui feci la mia tesi di laurea nel 2003, quando ancora non era “di moda”.

Poi ho sempre viaggiato tanto fin da piccola, ho fatto l’università in Francia e Spagna, ho lavorato per 10 anni all’estero, e quando ho avuto l’opportunità di tornare in Italia per lavorare con l’ufficio stampa della Biennale di Venezia e poi in Rai con il Kilimangiaro, ho iniziato un percorso che ancora oggi mi dà grandi soddisfazioni.

 

Nel suo passato ha fatto anche regia e si è orientata sui documentari, alcuni dei quali anche premiati in vari Festival. Si considera una donna creativa?

 

Sono creativa e poliedrica. Mi piace raccontare storie di vita non convenzionali, come nei miei documentari “Lei è mio marito” e “London afloat”. Ho fatto la regia anche di un cortometraggio “Out of the blue” e in alcuni film e serie, ho avuto delle parti come attrice e ho avuto l’onore di lavorare anche con il maestro Sorrentino nella serie The Young Pope. Citando il film “Jules et Jim” di Truffaut: l’avvenire è dei curiosi di professione.

 

A proposito di Festiva, lei ne ha creato uno: Edera Film Festival. Ce ne parli…

 

È un festival di cinema internazionale che ho creato nel 2018 a Treviso, mettendo insieme la mia passione per il cinema e per la mia città d’origine. Si rivolge a registi under 35 provenienti da tutto il mondo e insieme ai miei co-direttori artistici, Giuseppe Borrone e Sandro Fantoni abbiamo ospitato dei talenti emergenti che in questi anni hanno vinto premi importanti, persino l’Oscar… Ross White e Tom Berkeley, Carla Simón, i Fratelli D’Innocenzo, Francesco Sossai…

 

Oltre alla televisione, attualmente a cosa sta lavorando in campo cinematografico?

 

Una docuserie dal titolo “Ieri, oggi Carani” che racconta la storia del teatro Carani di Sassuolo e un documentario sulla pesca sostenibile a Genova “Elia, un racconto di mare e per il mare”.

In entrambe le opere, sono in video in veste di narratrice.

 

Il suo impegno si instrada anche verso un progetto solidale.  Si parla di un podcast in collaborazione con una ONG. Cosa possiamo spoilerare a tal proposito?

 

È un podcast su una tematica che mi sta molto a cuore: i migranti di ritorno.

Sono stata in Marocco dove opera la Ong veronese Progettomondo, aiutando i migranti che tornano nel loro paese ad avviare una propria attività imprenditoriale.

Ho intervistato molte persone in varie parti del Marocco e racconterò le loro storie ed il mio viaggio in un podcast dal titolo “Road 4 change. Sur la route du Maroc”.

Non è il mio primo podcast, ne ho realizzato un altro a tema viaggio, sempre con Hypercast, dal titolo “Valtur presenta: Cervinia” e con l’Università Cà Foscari di Venezia ho curato il podcast “Parla con LEI” sulle donne nel mondo del lavoro.

 

Gli occhi erano puntati anche su Miryea Stabile, alla prima internazionale del film “Barbie” celebrato a Milano con una sontuosa serata di gala, con tanti volti famosi di casa nostra.
 
I fotografi e la stampa non hanno potuto che notare l’avvenente bellezza di Miryea Stabile, fasciata in uno splendido abito creato da ONESOPHIE (azienda di moda internazionale) che ha fatto invidia perfino alle altre star presenti.
 
Un look che richiamava i colori e lo stile della strafamosa bambolina, che ha attraversato decine di generazioni, tanto da diventare in alcuni casi un’icona dei tempi moderni. Ed è stato proprio questo che ha pensato Pierluigi Lembo, ceo di ONESOPHIE, il quale ha deciso di ideare un’intera capsule ispirandosi a questi colori e allo stile della pupa giocattolo senza tempo.
 
Invitata ufficialmente dalla Worner Bross Italia, Miryea ha sfilato sul red carpet illuminata a giorno dai flash dei fotografi e dalle telecamere.
 
“Ho sempre giocato con le Barbie fin da piccola e mi sono ispirata a lei. Oltre ad essere bellissima emana un ideale di donna che mi rappresenta e a cui ambisco. Il miglioramento continuo e l’emanazione di ideali quali l’emancipazione femminile, l’essere indipendente e lavorare sodo per realizzare i propri sogni”, ha raccontato Miryea. E ha aggiunto: “A 18 anni ho fatto la tesina di grafica e comunicazione sulla bambola Barbie e la sua bellissima storia rivoluzionaria che per me e altre donne rappresenta”.
 
Anche Pierluigi Lembo, ideatore del brand ONESOPHIE, ha decide di far rivivere la magia di Barbie in una capsule di alta moda per le donne che sognano semplicità, eleganza e fascino senza tempo! Gli abiti di ONESOPHIE esprimono tutti i desideri che la donna di oggi ricerca in un mondo che gira a velocità incredibile.
“La Barbie è un’icona non soltanto per le donne, ma anche per gli uomini – racconta Lembo – e quindi una linea dedicata alla bambola leggendaria era perfetta dal mio punto di vista. La nostra capsule proporrà colori forti, estivi, con una linea ovviamente molto d’impatto e semplice”.

La prossima estate per la donna elegante, dal carattere deciso e sofisticato sarà firmata Ambìnca. La celebre capsule di costumi da bagno femminili, che porta la firma di Ema Mur, straordinaria attrice e top model, è stata presentata nel Salotto di Milano in corso Venzia al 7 con un favoloso cocktail organizzato per l’occasione.
 
Tante le personalità presenti, tra imprenditori, personaggi noti della moda e dello spettacolo: da Alvise Rigo a Cecilia Marchesi Marzorati, da Antonio Lorenzon alla giornalista Valentina Pagni, dal manager Alex Pacifico al celebre influencer Luca Gervasi.
 
Che dire di Ema Mur: la sua poliedrica vita professionale e artistica è continuamente abbonata al successo, e in costante crescita. Dopo le grandi soddisfazioni raggiunte sulle più importanti passerelle internazionali, sulle copertine dei fashion magazine più rinomati e i notevoli traguardi ottenuti sul grande e sul piccolo schermo, oggi per lei Ambìnca rappresenta una nuova sfida. Un nuovo percorso e un nuovo obbiettivo da raggiungere.
 
Ambìnca è stata fondata in Italia nel 2019 con la personale missione di Ema, di produrre costumi da bagno di lusso e di alta qualità. Abbigliamento da spiaggia e abbigliamento da resort capaci di esprimere l'intenzione di proteggere l'ambiente, realizzati con materiali interamente organici.
 
La collezione promuove il concetto di sostenibilità e l'orientamento allo stile di vita eco-compatibile, mentre si lavora contemporaneamente all'implementazione di varie iniziative per aiutare le organizzazioni senza scopo di lucro a favore delle comunità più bisognose.
 
Ambìnca ha un approccio distintivo che si riconosce dalle scelte del colore, alla trama e al motivo. Il team di designer ha la più alta esperienza nel campo della moda.
 
Ogni pezzo è realizzato con amore e rispetto per il pianeta, pur essendo interamente in sintonia con la natura.
 
Con la sua struttura tecnica, design e processi di produzione, questo brand è pronto a dipingere una nuova visone in tutta Europa: unire natura e innovazione in un solo stile. Lo stile di Ambìnca.