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Una ricerca, pubblicata su Frontiers in Nutrition, ha concluso che le strategie di marketing basate sul gusto potrebbero rivelarsi il modo più efficace per promuovere cibi a base di insetti. Secondo i ricercatori ci si dovrebbe concentrare sulla promozione degli insetti come "gustosi", "lussuosi" o "prelibatezze esotiche" per cambiare l'atteggiamento verso gli alimenti che contengono proteine derivanti dagli insetti.
 
L'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura sostiene argomenti relativi agli insetti commestibili dal 2003. L'agenzia sottolinea che il consumo di insetti può essere associato a benefici per la salute e l'ambiente. Gli insetti commestibili contengono proteine, vitamine e amminoacidi di alta qualità. Sono ricchi di fibre, rappresentano una buona fonte di grassi sani come gli omega-3 e sono ricchi di nutrienti come calcio, ferro, vitamine del gruppo B, selenio e zinco. La FAO stima che i grilli abbiano bisogno di sei volte meno mangime dei bovini, quattro volte meno degli ovini e la metà dei maiali e dei polli da carne per produrre la stessa quantità di proteine.
 
Tuttavia, secondo i ricercatori, molte persone sono "diffidenti" o "disgustate" al pensiero del cibo a base di insetti. Ma, molte di queste stesse persone mangiano aragoste o gamberi anche se il loro aspetto è simile a quello di un insetto. I ricercatori hanno dunque indagato i fattori che influenzano gli atteggiamenti nei confronti del cibo a base di insetti.
 
Hanno chiesto a membri del pubblico di Colonia, in Germania, di partecipare allo studio. In primo luogo, i partecipanti hanno visualizzato un annuncio pubblicitario per un'azienda che offre cibo a base di insetti. Il team di ricerca ha scoperto che le pubblicità che promuovevano benefici per la salute e l'ambiente erano "significativamente meno efficaci" di quelle che promuovevano aspetti piacevoli del cibo. 
 
I risultati del team suggeriscono che le future campagne di marketing dovrebbero ritrarre il cibo a base di insetti come "delizioso, alla moda o addirittura lussuoso" se vogliono cambiare efficacemente le abitudini alimentari delle persone. 
 

 

Le 3 Montagne Azienda Agricola di Luigi De Caprio è immersa tra le colline di Canino nella Maremma Laziale, nel cuore della Tuscia, terra di antiche tradizioni apprezzata e coltivata dagli Etruschi per la fertilità dei suoi suoli calcarei e vulcanici. Qui, in un paesaggio suggestivo dove vigne, uliveti e boschi convivono in armonia, si producono vini e olii extravergini d’oliva che esprimono l’anima autentica di questa zona. L’Azienda è in conversione verso un metodo di coltivazione biologico biodinamico, i prodotti nascono dall’amore e il rispetto della natura, offrendo sapori autentici e di alta qualità, sotto la guida esperta di Marisa, Perito Agrario, e Luigi, erede dei valori agricoli familiari.

Le linee di vini incarnano l’impegno per la qualità e la sostenibilità. A partire dalla vendemmia 2024 / 2025, l’azienda ha lanciato sette vini: Merlot, Merlot affinato in barrique, Sangiovese, Sangiovese affinato in barrique, Trebbiano Procanico, Malvasia e Rosé. Ogni varietà racconta la personalità delle vigne, curate con dedizione e metodi agricoli rispettosi dell’ambiente. La vendemmia, eseguita a mano, preserva l’integrità dei grappoli e valorizza le peculiarità di ogni uva. La fermentazione avviene in tini d’acciaio e l’affinamento in botti di rovere, assicurando a ciascun vino un profilo aromatico unico.

L’Azienda Agricola “Le 3 Montagne” produce due linee di olio extravergine d’oliva: Anima Verde e Armonia degli Dei, entrambe fedeli all’identità del territorio di Canino. Anima Verde è ottenuto esclusivamente da olive della varietà Canino, che producono un olio Evo che si distingue per il caratteristico colore verde smeraldo e un gusto deciso e piccante, perfetto per carni rosse, selvaggina e bruschette, questo olio si abbina a piatti sapore intenso.

Armonia degli Dei deriva da varietà di olive Maurino e Leccino, ha un sapore delicato ed un fruttato ricco e variegato, ideale per accompagnare pesce e verdure. Entrambi gli oli sono estratti a freddo entro sei ore dalla raccolta, per garantire freschezza e qualità. Disponibili nei formati da 100 ml, 500 ml, 750 ml e 5 litri, rappresentano un impegno per l’eccellenza e la sostenibilità.

Conclusa domenica 5 maggio la “Festa del riccio di mare 2024” organizzata dalla Comunità Slow Food del Riccio Di Mare di Santa Marinella e Civitavecchia in collaborazione con l'associazione CiboFuturo e la Condotta Costa della Maremma Laziale, con il supporto dell’ARSIAL, del Comune di Santa Marinella e della Fondazione Cariciv per informare cittadini e operatori economici della grave situazione relativa alla sopravvivenza di questo echinoderma.

La manifestazione, il 19 aprile ha ospitato un Convegno scientifico nazionale presso la Capitaneria di Porto di Civitavecchia. La stessa Capitaneria la FAO ed i ricercatori dei tre facoltà universitarie hanno insieme definito, forse come mai prima, un quadro completo e certamente preoccupante, ma hanno anche indicato alcune possibili azioni, ipotizzando un percorso congiunto con un plauso all’iniziativa auspicando che divenga un appuntamento fisso.

Dal 2 maggio poi una serie di incontri con cittadini ed alunni delle scuole, ha permesso di diffondere una sorta di crociata in difesa di …Ciccio il Riccio, mascotte della festa;I piccoli in particolare hanno preso molto seriamente la loro missione di difensori del riccio, e la Comunità conta di rinnovare questo effetto con una campagna estiva sulle spiagge della città.

“Oltre il riccio” La gara gastronomica fra ristoratori Ideata e gestita da CiboFuturo ha rappresentato un elemento importante nella strategia di difesa dell’echinoderma. Una gara con una formula innovativa, arricchita di spettacolarità, disseminazione sui social, riconoscimenti e premi. L’idea è proporre una ricetta alternativa da offrire al cliente che dovesse chiedere   "i ricci locali" la gara si è svolta alla Casina Trincia, messa a disposizione dall’amministrazione di Santa Marinella ed attrezzata per l’occasione con una cucina professionale, nella sfida al sapore di mare. Hanno prevalso Serena Federzoni e Claudio Scipione, del ristorante Mylord di Civitavecchia, con il loro “L’anemone sa di mare” secondo il raffinato “Tagliolino al Gobetto” di Tommaso Fiorucci di Acquamarina, Santa Marinella, terzo posto per Simone Tumolo, de “La Piazzetta” con l’intrigante “sembra riccio ma non é”.

Plauso della giuria anche per i giovanissimi chef de “I Cardinali “, con “Quasi un riccio”, e del patron del “Borghetto Bistrot” con I “Gnocchetti al finto riccio”.

Degustati anche dai presenti i piatti fuori concorso realizzati degli chef Piero Berardi e Fabrizio Fraschetti.

In chiusura importante la riflessione finale fatta insieme al Sindaco Tidei e ai rappresentanti dell’amministrazione Minghella e Fratarcangeli sulla grande potenzialità che un’offerta qualificata improntata sulla sostenibilità, e in qualche modo sostenuta dei principi di Slow Food, possa oggi essere, sia per i visitatori stranieri che per quelli italiani, un ulteriore elemento di scelta per qualificare l’offerta delle due città. C’è molto da lavorare, ma già considerare seriamente questa opzione sarebbe un buon passo avanti. Ed ultimo ma non ultimo, quelli che hanno chiesto “ma poi si magia il riccio?” hanno potuto assaggiare deliziosi “ricetti di cioccolata” preparati per l’occasione!

Il marchio francese di cognac Rémy Martin celebra la cultura del cognac e della musica attraverso una serie di film. Con la serie "Ground’s Melody", 6LACK (pronunciato "black"), che è il regista scelto dalla casa di cognac, rivela come la musica sia fortemente influenzata dalle città e dalle comunità in cui è stata creata, in modo simile alla produzione del cognac. Il primo episodio è incentrato sulla città natale di 6LACK, Atlanta.
 
6LACK spiega come l'energia della città proviene dall'interno dei suoi abitanti. Proveniente dalla comunità, una ricca storia musicale continua a caricare la città. Grandi artisti del passato e quelli che inseguono i loro sogni oggi, hanno viaggiato a Los Angeles da tutto il mondo, ognuno con una dedizione e una perseveranza simili per perfezionare il loro mestiere.
 
Sia nella creazione di musica che nella produzione di Cognac, c'è un'ammirazione per le comunità che promuovono una cultura di eccellenza. Per la musica, l'ispirazione è presa dal ritmo di una città, un quartiere o un territorio: ognuno di questi porta il cuore e l'anima di chi ci vive.
 
Rémy Martin produce i suoi liquori solo a Cognac, in Francia, rendendolo unico per qualità e artigianato. Questo terreno fisico che ha coltivato l'eredità e lo spirito di Rémy Martin è la ragione per cui la casa del cognac si trova saldamente dietro il suo territorio.
 
Non è la prima volta che Rémy Martin ha celebrato la musica che unisce le persone. Ad esempio, la serie Rémy Producers ha onorato l'esplorazione di nuovi suoni da artisti di livello locale e ha creato una nuova piattaforma per produttori musicali e DJ.
 

Nomina – Cucina Ludica: un nuovo ristorante nel cuore del suggestivo rione Monti a Roma.

Ideato dalle imprenditrici Roberta Battista e Francesca Neri, Nomina è il progetto gastronomico dello chef Andrea Fusco, dove la cucina diventa un luogo di divertimento e creatività, offrendo un’esperienza culinaria unica e sorprendente.

Situato nel cuore del suggestivo rione Monti (Largo Angelicum, 1/A), all'interno del complesso storico dell'Angelicum, Nomina si sviluppa su tre spazi distinti: una raffinata sala interna (26 coperti), un dehor verandato (42 coperti) e un intimo giardino esterno (20 coperti). Il design, curato da Rocco Bellanova, è un omaggio all'Old English Eclecticism, ispirato agli antichi viaggiatori del Grand Tour, con richiami agli interni eleganti e sofisticati di quell'epoca, che creano un'atmosfera unica e suggestiva.

Andrea Fusco, chef di lunga esperienza e riconosciuto a livello internazionale, ha consolidato il suo successo nel 2010 ottenendo una stella Michelin con il rinomato ristorante Giuda Ballerino!.
Il suo percorso, arricchito da consulenze e collaborazioni in tutto il mondo, lo ha portato a padroneggiare tecniche raffinate e a interpretare gli ingredienti con una profonda conoscenza. Fusco combina innovazione e tradizione, trasformando ogni piatto in un'esperienza unica, dove il piacere della cucina si unisce alla sperimentazione e alla condivisione. 

La "Cucina Ludica" di Nomina incarna la visione gastronomica dello chef Andrea Fusco in cui il cibo diventa un’esperienza di scoperta, sorprendente e coinvolgente. Alla base di questa filosofia c’è una conoscenza profonda delle materie prime e delle tecniche, unite a un approccio creativo che invita al gioco e alla sperimentazione. Ogni piatto è pensato per sorprendere e incuriosire, trasformando la tavola in un percorso sensoriale dove si intrecciano sapori contemporanei e reminiscenze ancestrali, mettendo sempre al centro l’autenticità e l’essenza di ogni ingrediente.

La proposta culinaria di Nomina è varia e articolata, pensata per accontentare i palati più esigenti e curiosi. Il menù esplora sapori autentici con un approccio che unisce semplicità e ricerca. Ogni portata è studiata per garantire un'esperienza di gusto genuina, che mette al centro l'autenticità degli ingredienti e una cura impeccabile per i dettagli.

Le cotture alla griglia occupano un ruolo centrale nella cucina di Nomina, simbolo di un ritorno alla cucina essenziale e ancestrale. Carni selezionate, pesce fresco e verdure di stagione vengono cotti con maestria per esaltarne sapori, aromi e proprietà nutritive. Lo chef Andrea Fusco, con un approccio attento e rigoroso, utilizza tecniche di cottura semplici ma precise, che permettono ai prodotti di esprimere tutta la loro autenticità, senza sovrastrutture. È un omaggio all’essenza pura delle materie prime, dove il gusto vero e genuino è protagonista indiscusso del piatto.

Nella bellissima sede della biblioteca della Capitaneria di Porto di Civitavecchia, all’interno di forte Michelangelo, si è svolto il convegno “Riccio Di Mare tra prelibatezza ed estinzione”, organizzato dalla Comunità Slow Food del Riccio Di Mare di Santa Marinella e Civitavecchia, con il supporto della Fondazione Cariciv, del Comune di Santa Marinella, della Condotta Slow Food Costa della Maremma laziale e dell’Associazione CiboFuturo.

É stata opinione condivisa che il panel, composto da relatori di altissimo livello, tra i quali Maissa Gharbi della Commissione Generale Pesca del Mediterraneo - FAO, Sergio Scanu, del Laboratorio Oceanologia UniTuscia, Simone Marzeddu e Luca Muzzioli dell’Università “La Sapienza”, abbia condiviso informazioni e contenuti di alto interesse che hanno grandemente ampliato l’orizzonte di conoscenze necessarie a contrastare i rischi di estinzione dell’echinoderma. Da parte sua, il Comandante della Capitaneria di Porto Salvatore Marchese, Capo Servizio Operazione per l’ambiente e difesa costiera, ha condiviso con il pubblico importanti informazioni e considerazioni sullo scenario relativo alla lotta al bracconaggio e fornendo dettagli e numeri. Insieme alle criticità, il Comandante Marchese ha anche sottolineato le opportunità di collaborazione sia con il corpo scientifico di riferimento, sia con la popolazione locale per attività di sensibilizzazione contro la pesca illegale ed azioni concrete di vigilanza volte a ripopolare la risorsa.

«Come Comunità del Riccio di Mare – ha detto il portavoce Angelo Fanton – siamo molto soddisfatti di un incontro che va a riempire un vuoto nella circolazione di informazioni sull’argomento, e di questo ringraziamo tutti quelli che hanno aderito all’iniziativa e l’hanno resa possibile. Questo convegno, che contiamo di ripetere il prossimo anno per fare il punto sui progressi, ha spaziato dalla descrizione dei rischi del bracconaggio, alla testimonianza del rappresentante dei pescatori Patrizio Vinci, fino al contributo delle esperienze che ci vengono da luoghi anche molto vicini, come quelle in corso sull’isola di Procida. Ora – ha concluso – abbiamo tanti spunti su cui riflettere, tanto lavoro da fare, tanti cittadini con cui parlare perché condividano con noi questa iniziativa. Ora concentriamoci sulla prossima Festa del Riccio!”.

La Festa, il cui inizio è stato spostato per ragioni tecniche al 2 maggio, prevede una gara tra ristoratori per la migliore alternativa al riccio e incontri con i cittadini con laboratori per i piccoli, show cooking e altre iniziative.

 

I marchi di vini e liquori di lusso di Moët Hennessy USA e l'attrice, produttrice e CEO pluripremiata Tracee Ellis Ross, Grammy Il DJ e produttore nominato Steve Aoki e l'attore Darren Criss, insieme, faranno il loro debutto con The New Year's Eve WISH-SHOP, una destinazione online.
 
Per l'industria che ha subito perdite devastanti quest'anno, Moet Hennessy effettuerà una donazione di 100.000 dollari alla National Restaurant Association Educational Foundation (NRAEF) attraverso la campagna Wish-Shop. 
 
Il WISH-SHOP è uno sportello unico per celebrare tutti i momenti delle vacanze che portano a questo capodanno senza precedenti a casa. Le persone avranno l'opportunità di rallegrare le loro celebrazioni con offerte speciali, vincere esperienze indimenticabili di artisti famosi e aiutare i lavoratori del ristorante facendo una donazione.
 
I marchi Moët Hennessy hanno unito le forze per creare abbinamenti personalizzati di bottiglie e cocktail per completare i molti momenti che compongono l'occasione di Capodanno, dai cocktail e la cena al conto alla rovescia e al brunch di Capodanno. 
 
Chad Stubbs, Senior Vice President of Marketing di Moet Hennessy LVMH, ha commentato: «È stato un anno davvero difficile per tutti e siamo tutti pronti a salutarci. Mentre guardiamo alle festività natalizie e allo stato della pandemia, è chiaro che questo sarà un Capodanno a casa. La nostra speranza è che con il WISH-SHOP, possiamo fare queste celebrazioni a casa un po’ più speciali».
 

Un’esperienza culinaria unica e ricca di sapori, direttamente nel cuore dell’Umbria. Questo è quanto propone l’Home Restaurant 42.13, situato nel pittoresco borgo umbro di Cascia e nella suggestiva zona di Colforcella.

Il locale, ideato e gestito da Livio e Andrea, offre un’esperienza familiare, andando a riscoprire i sapori autentici e genuini della cucina italiana, spaziando su più fronti. L’origine dei due proprietari – uno veneto e l’altro laziale – si ritrova, infatti, nei piatti che preparano con cura e attenzione alla stagionalità, ma anche negli arredi del locale.

Con un massimo di soli sei posti, l’Home Restaurant 42.13 fa sentire veramente a casa, servendo un menù proposto periodicamente e prenotato in anticipo, rispetto la stagionalità degli alimenti e variando a seconda del tema prescelto al momento della prenotazione.

La particolarità di questo home restaurant, infine, sta anche nel nome, scelto in base alla collocazione geografica del luogo: 42° di latitudine e 13° di longitudine.

“Non si può pensare bene, amare bene, dormire bene, se non si è mangiato bene” diceva Virginia Woolf e qualcuno deve aver preso in parola la scrittrice britannica. Qualcuno che, tra Frascati e Roma, ha deciso di portare sapori di una cucina ricercata, ma al contempo senza esasperare i tecnicismi, in un territorio molto legato alla tradizione come quello dei castelli romani.

Il Ristorante Ninkasi, infatti, è il giusto connubio tra ricercatezza delle materie prime e convivialità, il tutto mixato in un ambiente familiare, ma che strizza l’occhio ad un’eleganza minimal. Ponete tutto ciò nel contesto della serata di San Valentino appena trascorsa e capirete come amare bene e mangiare bene, parafrasando la Woolf, siano pensieri in linea con il lusso di concedersi una serata diversa, ma elegante.

Davide e Beatrice – i due giovani ma preparatissimi e dinamici proprietari del ristorante – accompagnano i loro clienti in un turbinio altalenante di gusti, sapori e accostamenti culinari che, pur rimanendo fermi alle porte di Roma, ci accompagnano in un vero e proprio tour gastronomico tra Italia, Europa e Asia.

E quale occasione migliore per creare alchimie e accoppiate vincenti, se non quella della cena di San Valentino? Lì dove l’amore regna sovrano, dove l’idillio viene prima di tutto e si azzerano i problemi, è proprio lì che chef Davide ha regalato intense sensazioni con i suoi piatti. Forti e decisi come un amore che supera le difficoltà, ma anche dolci e suadenti come il romanticismo e la passione di una coppia.

L’apertura con un trittico di antipasti spiana la strada alla fantasia. Nella cheesecake la crema di datterino arrosto va a cercare il proprio connubio con il prosciutto iberico, mentre la crocchetta di spalla di manzo brasata scatena tutta la sua sensualità non appena si assapora il ripieno. A completare il trio, la tradizione incontra la contaminazione: il bao, classico panino cinese cotto a vapore, abbraccia la battuta di scottona e seduce il palato in un mix perfetto con le puntarelle.

Il risotto al barolo chinato nasconde la punta forte e decisa della serata: un mix di salsiccia di nero dei Nebrodi e scaglie di pecorino. La bocca si riempie di gusto e sensazioni contrastanti, specie se accompagnata da un buon vino proveniente dalla ricchissima selezione che il Ninkasi propone ai suoi ospiti, sapientemente consigliati dalla proprietaria Beatrice.

In attesa della parte dolce finale, per il secondo chef Davide gioca, ancora una volta, tra classico e innovativo. Un galletto di Vallespluga cotto a bassa temperatura, accompagnato da un’insalatina di olive nere, finocchi e arance, accarezza il palato con delicatezza e brio. Il millefoglie, rigorosamente a forma di cuore, accompagnato da crema e cioccolato è un must irrinunciabile!

San Valentino, insomma, è stata una gemma memorabile, ma al Ninkasi ogni esperienza è ripetibile grazie al menù dinamico e in continuo aggiornamento, ma soprattutto grazie alla dedizione e alla cura del dettaglio.

Fino agli anni ‘90 il consumo degli alcolici in Cina era principalmente associato a occasioni sociali o cene di lavoro. Ma oggi si è andata a diffondersi anche nel Paese di Mezzo una vera cultura del bere. Tanti i marchi internazionali approdati nel mercato cinese ragione per il quale gli esperti ritengono che il mercato delle bevande alcoliche sarà più diversificato e competitivo in Cina.

Il tutto grazie al cross-border e-commerce.  Secondo gli analisti, il passaggio alle piattaforme digitali cambierà profondamente il mercato delle bevande alcoliche, introducendo un vasto numero di marchi e concepts che non dipenderanno dalle grandi catene di vendita al dettaglio.

Un maggiore potere d’acquisto della classe media sia nelle top-tier che nelle lower-tier del Dragone, unito a dei sostanziali cambiamenti nello stile di vita dei consumatori, ha infatti permesso a molti l’accesso a vini e liquori stranieri.  Basti pensare che il consumo di whisky o cognac, ha visto un’inaspettata crescita della domanda nell’ultimo anno.

Il whisky si è rivelato estremamente popolare a Shanghai con circa 6,85 milioni di litri, per un valore di 59 milioni di dollari, consumati in città durante l’ultimo periodo, molto più avanti rispetto a Pechino, o alle province del Guangdong, e Fujian.

Si è svolto nel centro metropolitano di formazione professionale di Castel Fusano a Roma l’evento “Essere cuoco Essere Maître”, che rappresenta, nel mondo della ristorazione, un format il cui interesse va oltre il territorio e si estende praticamente a tutta la regione.

Essere cuoco Essere Maître, lo dice chiaramente il nome, è essenzialmente una festa inventata dall’Associazione CiboFuturo e dedicata agli allievi degli istituti alberghieri. È una giornata che inizia con una gara di cucina giunta alla sua dodicesima edizione, ed una di sala, il trofeo Ventura, che ormai da qualche anno contribuisce a ridefinire il ruolo del maître e del barman. E mentre un nutrito gruppo di aziende, selezionate con attenzione per il loro livello qualitativo, allestiscono stand e organizzano presentazioni e laboratori per spiegare i loro prodotti, gli allievi in visita hanno l’opportunità di incontrare personaggi significativi del settore, partecipare a seminari e   dimostrazioni.

La giornata continua tra un pranzo condiviso tutti insieme, assaggi e degustazioni, l’ingresso del pubblico, e poi ancora laboratori, la spettacolare gara Food Art, premiazioni e contributi estemporanei di grande interesse, per finire con musica e ballo generale. Ma in realtà i contenuti più importanti sono quelli che meno si vedono: l’intento strategico di riportare il cibo sano pulito e giusto al centro dell’attenzione individuale e collettiva, cibo scelto non consumato, cibo che si impara a conoscere insieme a chi lo produce, cibo che si porta a tavola e ci fa riscoprire la condivisione e la convivialità.

E quindi un proposito per le nuove generazioni, centrato sulla necessità di sapere, e di continuare ad imparare in un mondo che cambia a volte anche pericolosamente. Ed ancora, la necessità di acquisire il superpotere dell’etica professionale perché dobbiamo aiutare i giovani a capirlo, e spiegare che farà tutta la differenza nella loro vita lavorativa ma anche in quella di coloro a cui quel lavoro darà cibo, piacere e salute.

Quest’anno Essere cuoco Essere Maître è tornato alla sua sede storica di Castel Fusano, ora anche polo universitario, e che non a caso da settembre ospiterà le lezioni della facoltà di scienze enogastronomiche, come anticipato in questa occasione dalla professoressa Daniela Tofani di Roma Tre.

La manifestazione ha raggiunto il culmine nel pomeriggio, con oltre 800 visitatori registrati, 40 aziende presenti, allievi da tutto il Lazio e tantissimi operatori di settore, dimostrando che in questi tempi non facili il lavoro volontario e disinteressato dello staff dell’Istituto alberghiero, dell’associazione CiboFuturo e dell’ APCI Lazio, ma anche di tanti amici, ristoratori locali, partner di percorso e istituzioni attente al futuro dei giovani, che si può fare qualcosa, anzi forse più di qualcosa con pochissimi soldi, tanto impegno e qualche sogno.

La DMO H2O ha in questa occasione presentato una importante iniziativa sulla riscoperta dei valori della transumanza che si svolgerà ad ostia antica e coinvolgerà le scuole del territorio, annunciata da Piero Orlando, Presidente della DMO, Nicola di Niro, Alessandro D’Alessio Direttore del Parco Archeologico di Ostia Antica, Leandro Ventura Direttore dell'Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale del MiC e Maura Gentile Presidente del Club per l’Unesco di Roma.

Alla giornata di festa che si è chiusa con un aperitivo ed i giovani a ballare in un dj-set al tramonto sono stati presenti fra gli altri, Mario Falconi Presidente del Municipio Roma X, Valentina Prodon, Vice Presidente, e gli assessori Antonio Caliendo ed Andrea Morelli.

Dalla Terrazza Caffarelli di Roma è nata la convinzione che il valore della ripartenza post pandemia deve passare per le eccellenze presenti nel territorio. Terrazza Caffarelli ed il suo ristorante possono armonizzare il connubio tra arte, cultura e gastronomia della Capitale.

L’amministratore unico della Bar Banqueting Andrea Azzarone ne ha parlato con un intervento particolarmente significati: «Ora è il momento di dare un messaggio positivo di ripresa del settore turistico. La post pandemia, infatti, sta risvegliando la volontà di molti turisti italiani e stranieri di venire a visitare Roma e, oggi più che mai, è necessario dare un messaggio positivo di ripresa valorizzando le nostre eccellenze del patrimonio culturale ed enogastronomico del Lazio, sostenendo le aziende produttive del territorio. Il turismo – ha continuato Andrea Azzarone – sta tornando e l’attenzione a Roma è posta su musei, monumenti e opere d’arte, ma anche sull’offerta gastronomica. Noi, a Terrazza Caffarelli, abbiamo infatti inserito un menù che sottolinei e valorizzi le eccellenze nel food and beverage del territorio laziale. I prodotti locali, a km 0, possono portare Roma a essere la capitale anche del buon mangiare e del buon bere».

Attraverso l'utilizzo dei tanti prodotti della nostra regione ed accompagnando le bellezze artistiche della città con la cucina propria del territorio, si rafforza ancor di più l'immagine positiva di Roma agli occhi delle migliaia di turisti, con l'obiettivo di valorizzare le ricette della tradizione e della filiera enogastronomica, coinvolgendo aziende rappresentative del patrimonio del territorio laziale e affidando al turismo ristorativo un ruolo trainante per settori fondamentali che generano economia e occupazione nella Capitale.

Presente all’evento anche Lucrezia Ungaro, esperta in valorizzazione del patrimonio culturale, che ha dichiarato: «Nel post pandemia dobbiamo dare delle risposte nuove al turismo di qualità che c’è a Roma. Queste possono passare dalla cultura, ma anche dalla gastronomia e dalle tecnologie avanzate che ci consentono di offrire al pubblico servizi interessanti, come ricostruzioni tridimensionali di luoghi antichi. Roma, grazie ai suoi panorami speciali e unici, può fornire anche opportunità per un merchandising senza eguali».

Gestita oggi dalla Bar Banqueting, azienda leader nel settore della ristorazione, Terrazza Caffarelli è un luogo esclusivo che si apre sulle bellezze artistiche. Si compone di spazi interni ed esterni che ben si adattano ad eventi da vivere tutto l’anno, il tutto esaltato dai sapori degli Chef di Le Voilà Banqueting, brand che cura in esclusiva tutti i ricevimenti.