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Mercoledì 16 ottobre, in occasione dell’inaugurazione del nuovo Anno Accademico 2019/20, Accademia del Lusso ha avuto il piacere e l’onore di ospitare Mario Dice, stilista di grande talento e fondatore dell’omonimo brand.

 
Senza dubbio, Mario è stato l’ospite perfetto per inaugurare l’anno visto che, prima di dare vita alla sua Maison, ha fatto un percorso di tutto rispetto basato su collaborazioni di alto profilo; ha dunque potuto testimoniare come e quanto sia importante mantenere sempre viva la fame di conoscenza, la curiosità intellettuale, la voglia di crescere e migliorare.

La di Accademia del Lusso è lieta di comunicare la nascita del portale luxuryagencynews.it, una fonte di informazioni dinamica e centrata sull'argomento luxury. Lo staff dei giornalisti, coordinato dal Dr. Stefano Testini, porterà sul portale tematiche variegate riguardante il mondo Luxury e non solo.

Buona Fruizione!

Staff Luxuryagencynews

Nel corso della 55esima edizione di Vinitaly, l'Assessore all'Agricoltura della Regione Campania Nicola Caputo ha premiato 19 ristoranti italiani con il riconoscimento "Ambasciatori dei Vini della Campania" attribuito ai ristoranti che con la loro Carta dei Vini svolgono un ruolo di ambasciatore dei vini campani sul territorio italiano.

 

Una giuria di esperti composta da Gianni Fabrizio (Curatore della Guida Vini d’Italia del Gambero Rosso), Leila Salimbeni (capo redattore della rivista Spirito diVino), Guido Invernizzi (relatore AIS ed esperto dei vini della regione Campania) e Chiara Giovoni (Ambassadeur du Champagne in Italia, wine expert e ideatrice dell'iniziativa ) ha premiato le più significative carte dei vini dei ristoranti italiani fuori dai confini regionali campani, scelte per la loro interessante selezione dedicata ai Vini della Campania, con particolare attenzione alle liste vini caratterizzate da originalità, profondità ed ampiezza. Un attento lavoro di scouting e analisi che ha portato ad una prima selezione di oltre 200 carte dei vini, cui è seguita una shortlist da cui è stato scelto un solo ristorante per Regione, il primo ad entrare a far parte del network nazionale degli "Ambasciatori". Alla premiazione, che ha visto una grandissima affluenza di pubblico, hanno partecipato tutti i ristoranti vincitori, rappresentati dal loro sommelier, maître o patron provenienti da tutta Italia: "Un momento emozionante - ha dichiarato l'Assessore Caputo - che ci ha permesso di condividere il grande lavoro di valorizzazione portato avanti da appassionati ristoratori italiani per promuovere le eccellenze enoiche campane. SI tratta di un premio a cui la Regione Campania tiene particolarmente, che continuerà nei prossimi anni per consolidare un gruppo di ristoratori che annovera sin da ora realtà di eccellenza stellate e non." Le future attività dedicate al network saranno raccontate sul sito dedicato www.vinidicampania.com.

 

Sono stati anche attribuiti 3 premi speciali nella Regione Campania, con la collaborazione del giornalista enogastronomico Luciano Pignataro: due premi alla carriera ai ristoranti Don Alfonso 1890* di Massa Lubrense e Oasis Antichi Sapori* di Valle Saccarda, e un premio giovane stella al ristorante SUD* di Quarto.

 

In questo momento di celebrazione delle eccellenze campane del vino, l'Assessore Caputo ha voluto cogliere l'occasione per manifestare l'orgoglio della Regione Campania per l'attribuzione del "Premio Angelo Betti - Benemeriti della Vitivinicoltura” ad Andrea Ferraioli della cantina Marisa Cuomo. Un importante riconoscimento che rende merito a quanti con la propria attività professionale o imprenditoriale abbiano contribuito e sostenuto il progresso qualitativo della produzione viticola ed enologica della propria regione e del proprio Paese.

 

 

I 19 Ambasciatorie dei vini di Campania

 

Val d’Aosta: Ristorante Bellevue - Cogne

 

Liguria: La Brinca - Ne Genova

 

Lombardia: Sine by Di Pinto - Milano

 

Piemonte: Villa Crespi*** - Orta San Giulio

 

Veneto: Bottega del vino - Verona

 

Trentino Alto Adige: La stüa de Michil - Hotel La Perla di Corvara

 

Friuli Venezia Giulia: Laite* - Sappada

 

Emilia Romagna: San Domenico** - Imola

 

Toscana: Il Piccolo Principe** - Viareggio

 

Marche: Marchese del Grillo - Fabriano

 

Umbria: Elementi Fine Dining - Brufa

 

Lazio: Idylio* - Roma

 

Molise: Locanda Mammí - Isernia

 

Abruzzo: Ristorante Reale*** - Castel di Sangro

 

Puglia: Pashà* - Conversano

 

Basilicata: Oi Marí - Matera

 

Calabria: Abruzzino* - Catanzaro

 

Sicilia: Signum* - Salina

 

Sardegna: Luigi Pomata - Cagliari

Scrivere degli altri, della loro professione e dei loro progetti è per me un’attività abituale; un po’ meno è il fatto di scrivere di me stessa.
 
Oggi, però, desidero farlo perché Accademia del Lusso, scuola della quale sono docente (orgogliosamente, aggiungo), mi ha chiesto di raccontare in cosa consistono i miei corsi: per farlo al meglio, ho pensato di partire raccontando appunto qualcosa di me e del mio percorso professionale.

Il mondo della cucina, negli ultimi anni, ha subito un processo di spettacolarizzazione, mettendo in ombra una parte fondamentale come quella del servizio di sala, quasi declassato e assente dall’immaginario comune.

Per rilanciare la professione di sala in tutte le sue varianti – cameriere, sommelier, bartender e maître – il CMFP di Castel Fusano a Roma, coordinato dal Prof. Livio Ciappetta, ha organizzato un incontro sul tema. Tali figure, infatti, sono la parte visibile dell'impresa di ristorazione e ne definiscono il carattere e molto spesso ne determinano il successo o il declino. Lo storytelling su ricette e prodotti impazza, ma nessuno racconta più la nobiltà antica e le sfide moderne di questo importante lavoro, con i giovani che non “sognano” il lavoro di cameriere. Il numero di iscrizioni negli istituti alberghieri d’Italia, salvo rare eccezioni, conferma il picco verso il basso.

Fabrizio Fraschetti (Direttore del CMFP di Castel Fusano) ha detto: «La sfida che abbiamo raccolto e lanciato è di immaginare il cambiamento e reinventare la figura del cameriere, per renderla attraente come lo è diventata quella dello chef. Insieme alla ristorazione romana e alle istituzioni, vogliamo costruire una nuova immagine di questo antico mestiere».

«Abbiamo esposto le nostre idee – ha spiegato il Prof. Livio Ciappetta – tramite un menù preparato e servito dalle ragazze e dai ragazzi di Castel Fusano, enfatizzando in ogni portata il ruolo della sala, nella speranza che generi un momento di riflessione sul tema. I nostri docenti di cucina sono rimasti un passo indietro lasciando, il piacere della finalizzazione ai colleghi in giacca e cravatta».

Per il Prof. William Ventura «va valutato il valore aggiunto di una sala di livello per il ristoratore, oltre al ruolo centrale che assume nell’identità, non solo del ristorante, ma anche per veicolare le proposte dello chef e l’offerta della cantina, che vanno raccontate e sostenute».

Alla giornata hanno partecipato nomi importanti della ristorazione romana come l’ARCS (Associazione Ristoranti Centro Storico) Roma con Lorenzo Lisi e rinomati ristoranti capitolini come Orma, Pierluigi, Pipero, Il Tino, Patty Bistrot, Osteria dell'Orologio e Gastaldino.

Dopo mesi di incontri, confronti e progetti, a Terrazza Caffarelli le migliori eccellenze del nostro Paese, hanno presentato “La Roma che vogliamo”, un progetto di riqualificazione dedicato alla ristorazione, organizzato dall’ARCS.

Economia, sostenibilità energetica e il ruolo internazionale della Capitale, sono queste le tematiche affrontate da ristoratori, politici e addetti ai lavori che sono intervenuti, per parlare di sostenibilità e ruolo economico delle attività di ristorazione. Spazio anche a turismo, dehors, indici di sostenibilità e, focus sulla nuova emergenza riguardante i rincari di luce e gas.

Angelo Giraldi e Enrico Pierri – rispettivamente dei ristoranti Angelino ai Fori e Il Sanlorenzo, aderenti all’ARCS – hanno posto in evidenza come «Roma debba dotarsi di spazi all’aperto all’altezza del suo nome. Le altre città si sono attrezzate, come ad esempio Firenze, Verona, Rimini e tante altre, diversificando anche le offerte. I dehors sono importanti in tutte le grandi città europee, come modello affermato a Parigi, e dobbiamo farlo anche a Roma. Noi, come ARCS, proponiamo un modello innovativo, sulla falsa linea di quelli già presenti in Europa, con un occhio anche al fatturato. C'è volontà e si può fare, siano un tessuto produttivo importante e vogliamo fare la nostra parte per il bene di Roma e preservarne il grande patrimonio».

I ristoratori hanno anche parlato del questionario per aderire all’Index di NeXt Economia, un modo per autovalutarsi e puntare all’eccellenza: «Ci mette davanti alle nostre responsabilità e ci fa capire meglio come agire e prendere coscienza del nostro lavoro in maniera effettiva. Così l'imprenditoria cresce. Anche il comparto energetico, ovviamente, è importante. Avere fonti pulite e rinnovabili all’interno dei dehors, ad esempio, ci consentirebbe di alimentarli mantenendo la bellezza e il decoro dei palazzi romani».

Valeria Baglio (Capogruppo PD all’Assemblea Capitolina) ha dichiarato: «Roma non è un modello unico. Quindi bisogna presentare modelli diversi per i vari quadranti della città. Questa proposta da ARCS, anche per noi amministratori, deve essere un'occasione da cogliere. In una città come Roma il turismo, e a cascata la ristorazione, sono temi da preservare, visto che sono, banalmente, anche un tornaconto per il Comune per avere più fondi da offrire ai cittadini attraverso servivi. Questa proposta è un'opportunità anche per migliorare il decoro della città, troppo spesso criticato. L'obiettivo del decoro, del controllo come previsto dall’Index di NeXt, l'efficienza energetica e la qualità saranno sicuramente punti centrali del nostro lavoro. Ma non solo nell'ambito della ristorazione. Questo deve essere solo il punto di partenza. È un lavoro da ampliare e il Comune è pronto a colloquiare e a collaborare per il bene della città. Un progetto ulteriormente positivo, perché vedrà la collaborazione con gli studenti della nostra città per le proposte che poi verranno utilizzate come proposte per i nuovi dehors».

Luca Raffaele (Direttore Generale NeXt Economia), oltre a spiegare il percorso di Next al fianco dei ristoratori dell’ARCS, ha precisato: «Quello dei dehors deve essere un pretesto per la rigenerazione urbana. Bisogna capire come agire. Se ho un bel dehors, ma un ristorante non attento al sociale e all'energia, creo semplicemente un danno, invece che una cosa positiva. Per questo abbiamo proposto ai ristoratori un index di qualità per generare una ristorazione sostenibile. Il NeXt Index ESG è un sistema di indicatori per valutare in maniera effettiva la sostenibilità, grazie al quale le aziende che aderiscono vengono valutate e accompagnate in percorsi di sviluppo sostenibile. Con ARCS abbiamo lavorato per adattare l’index alla realtà dei piccoli ristoratori, per rendere il progetto replicabile anche in altri territori. Il modello di impresa sostenibile che ne deriva può essere un elemento di imitazione per nuovi e aspiranti ristoratori che vogliono creare un impatto positivo per la loro comunità».

Raffaele Chiulli (Presidente SAFE), parlando della parte energetica, ha dichiarato: «L’efficientamento energetico è un tema dal quale non si può più prescindere. Con ARCS vogliamo vedere come si può migliorare il lavoro e dipendere meno dal consumo di energia, soprattutto in questo momento delicato. E’ quanto mai urgente mettere a fattor comune le best practices a livello nazionale e internazionale, per creare un percorso e un modello per Roma».

Luciano Spartaco Di Carlo (docente dell’IPSEOA Tor Carbone di Roma) ha presentato, invece, il progetto creato in collaborazione con ARCS, ANP (Associazione Nazionale Presidi), SAFE Energia, NeXt Economia e Musa Formazione. «Sposiamo volentieri iniziative come queste, perché aiutano a crescere la scuola alberghiera e i nostri ragazzi. Ci rendiamo disponibili per la parte più operativa del futuro della ristorazione». L’istituto della Dirigente Cristina Tonelli, infatti, collaborerà con Musa Formazione, azienda leader nel settore della formazione professionale, per sviluppare un render di dehors, seguendo le indicazioni degli studenti che prenderanno parte al progetto con un occhio, visto il momento delicato, all'efficienza energetica.

Cristina Costarelli (Presidente ANP Lazio) ha infine dichiarato: «Crediamo molto nel valore educativo di questa esperienza, che sarà un’occasione per gli studenti di aderire ad un progetto stimolante e costruttivo»

Dalle scuole, da ARCS e da Musa Formazione nascerà un modello di alta qualità in aperto confronto con NeXt Economia e SAFE. Solo così Roma, finalmente, sarà al pari delle migliori capitali europee.

 

 

Il 26 marzo arriva “Beyond The Illusion”, l’ultimo sforzo creativo del musicista italiano Stefano Panunzi (membro dei Fjieri). Conosciuto per il sound Art Rock, a metà strada tra l'eleganza di David Sylvian, Talk Talk e No-Man e la sensibilità rock di Pink Floyd e Porcupine Tree, Panunzi ha dato vita a 12 tracce che sono state registrate con l’aiuto di altri grandi musicisti. Nel nuovo album compaiono: Monica Canfora, Nicola Lori, Tim Bowness, Cristiano Capobianco, Lorenzo Feliciati, Fabio Fraschini, Ivan Ricchiuto, Luca Calabrese, Mike Applebaum, Mike Bearpark, Yuri Crescenko, Davide Alivernini, Gavin Harrison e Dario Vero. 
 
Nel suo ultimo lavoro abbiamo visto sonorità legate a quel contemporaneo classicismo a cui appartengono quei musicisti che si muovono trasversalmente fra elettronica/jazz/ambient/new-wave/sperimentazione/rock-psichedelico/canzone d’autore. 
 
 Se volete essere tra i primi ad ascoltare i nuovi brani potete andare su questo link per acquistare l’album.
 
 
Ecco i brani del nuovo album:
 
1. When even love cannot
2. The awakening
3. The bitter taste of your smile
4. Acid love
5. I go deeper
6. Mystical tree
7. The bench
8. Her
9. We are not just what we are
10. The portrait
11. The doubt
12. I am!
 
 

Sabato 16 e domenica 17 settembre arriva a Cosenza la seconda edizione di “Fichi Festival”, la kermesse ideata dal Consorzio di Tutela Fichi di Cosenza Dop. I fichi saranno presentati nei loro mille volti, diventando protagonisti di una due giorni tutta da gustare.

Due giorni intensi nel corso dei quali si darà risalto alla bontà ed alla qualità dei Fichi di Cosenza Dop conosciuti in tutto il Mondo. Nel ricchissimo cartellone di eventi si inserisce anche lo show cooking, in programma domenica 17 settembre alle ore 20 e coordinato da Vira Carbone.

A Villa Rendano si metteranno ai fornelli Alessandro Alessandro Circiello (Chef Rai) e Carlo Alberto D'Audino, Executive Chef del ristorante Roland Spazio Field di Palazzo Brancaccio a Roma. Vista l’origine calabrese, Chef D’Audino si è detto entusiasta di poter partecipare all’evento: «Per la prima volta mi esibirò in questa manifestazione e, da calabrese, ne sono estremamente contento. Soprattutto perché potrò valorizzare un’eccellenza come il fico di Calabria».

Chef D’Audino presenterà una ricetta che andrà a scavare nella tradizione, rielaborata però in chiave moderna: risotto con brodo di prosciutto crudo, fico di Cosenza DOP e limone.

 

Dici Tignanello e subito si accendono i sensi: la mente attraversa le vaste campagne toscane, baciate dal sole che risplende sugli acini d’uva; il palato sembra già avvertire i sentori di un gusto ricco e armonioso di uno dei vini che, ormai da 50 anni, ha fatto e fa la storia del settore enologico italiano.

Prodotto per la prima volta nel 1970 da Piero Antinori, il Tignanello nasce nella tenuta omonima che si sviluppa a San Casciano in Val di Pesa (Firenze).
Agli albori questo vino presentava la caratteristica di comprendere anche uva Cabernet Sauvignon e Cabernet Franc, venendo invecchiato in barrique. Una svolta storica per l’enologia toscana, che usciva così dallo schema, stabilito da Bettino Ricasoli, del vino Chianti Classico DOCG.

Dal 1975, però, la lavorazione subì un altro cambio; forse quello decisivo. L'uva bianca venne totalmente rimossa, lasciando la composizione odierna: 80% Sangiovese, 15% Cabernet Sauvignon e 5% Cabernet Franc.

Una formula quasi magica, capace di stupire ed ammaliare i palati di appassionati e cultori da tutto il mondo. Ultimi, ma solo in ordine di tempo, l’ormai ex Principe Harry e Meghan Markle.
Il distacco dalla Casa Reale, sorseggiando un calice di Tignanello, potrebbe essere meno duro.

Il mercato del lusso cinese crescerà di oltre il 40% entro il 2024. Attualmente circa il 32% del fatturato mondiale del settore dei prodotti d’alta gamma passa per la Cina. Stando ai dati rilasciati da BCG significa che nei prossimi anni, la Cina rappresenterà circa il 70% del mercato mondiale del lusso.

I dati hanno evidenziato anche altri interessanti spunti di riflessione: i millennials guidano il settore del lusso e l’e-commerce è una tappa fondamentale per entrare nel mercato del gigante asiatico

Oggi i “millennials” cinesi sono il segmento demografico più importante del pianeta. Un esercito di 400 milioni di persone che hanno in mano le sorti del mercato.  Ma cosa li contraddistingue? Chi sono e soprattutto, perché la lente d’ingrandimento dell’economia è puntata tutta su di loro? Si tratta della generazione nata a cavallo tra gli inizi degli anni 90 e 2000, hanno tra i 20 e 30 anni e rappresentano quasi un terzo della popolazione cinese. 

Questi millennials sono il cavallo di traino della Cina 2.0, di un Paese che si sta modernizzando divenendo un polo high-tech di prim’ordine sul palcoscenico internazionale. Indipendenti e curiosi del mondo, ma con il cuore rivolto verso la mainland cinese.

Quasi la totalità di loro possiede uno smartphone, anche di ultimissima generazione, nonché casa ed auto. Sempre connessi al “villaggio globale”, gran parte delle loro vite ruota intorno alla rete: amicizie, divertimenti persino il lavoro è incentrato sul web.

Non è quindi un caso che il report di BCG sottolinei come oltre il 50% degli acquisti nel settore dei prodotti d’alta gamma sia avvenuto online, tramite un tablet o altro dispositivo mobile.

Un dato che non sorprende se prendiamo in considerazione che le recenti previsioni stimano che nel 2018 gli introiti derivati dal cross-border e-commerce raggiungeranno quota 1.4 trilioni di dollari. Circa il 40% del traffico e-commerce globale passerà per il Dragone.

Avere una buona strategia di web-marketing può essere fondamentale in un mercato vasto come quello cinese. Anche il Dragone ha i suoi “Chiara Ferragni”, personaggi come Gogoboy o Mr. Bags sono seguitissimi sui social, ma basta tutto questo?

Arruolare degli opinion leader con milioni e milioni di follower è come giocare sul sicuro, così come è più facile per la casa gestire la comunicazione tra il KOL ed i loro follower.

Una strategia che fino ad oggi ha funzionato. Tuttavia, c’è un aspetto negativo che non prende in considerazione un aspetto molto importante: la saturazione del panorama social della Cina.

Paradossalmente, allo stato attuale, i marchi rischiano di perdere la possibilità di stabilire una reale ed autentica connessione con il pubblico. Così come quella fiducia tra consumatore e produttore. Da non sottovalutare, inoltre, il rischio del calo di popolarità e credibilità dei KOL stessi.

Se quest’ultimi lavorano in contemporanea con più marchi, dove sta quel senso di esclusività che i brand di lusso vogliono trasmettere? C’è anche il potenziale problema di della troppa sovraesposizione degli influencer che, leggendo sul web cinese, vengono a volte paragonati a mercenari.

Il panorama digitale cinese è decisamente eterogeneo. Tuttavia è possibile stilare un elenco di categorie e nomi di nuovi KOL, che esulano dalla tradizionale blogosfera della moda. Tutti influencer in ascesa, che cominciano ad essere corteggiati dalle più importanti maison che rispecchiano meglio la Cina 2.0 guidata dai millennials.

In Cina vi è una riscoperta culturale che si riflette anche sui consumi. Se i brand occidentali sembrano non accorgersi, oramai i marchi cinesi di qualità stanno adattando prodotti e marketing utilizzando il patrimonio culturale del Dragone stesso.

Oramai per avere successo sul mercato cinese le strategie tradizionali non bastano. Contare solo sulla fama del marchio è ormai riduttivo. Costruire una conoscenza più approfondita della cultura e della storia cinese è altresì importante. Uno sfondo culturale superficiale non solo non avrà successo, ma potrebbe anche far sì che i millennials si prendano gioco dei marchi stessi sul web. Un vero boomerang in fatto di marketing.

Ed è ciò che sta avvenendo attualmente sui social del Dragone. Come consuetudine i principali marchi di lusso, per il Capodanno Cinese appena passato, hanno lanciato abiti, scarpe, trucchi e molto altro con l’effige di un cane. Alcuni graditi, ma molti dei risultati sono stati fortemente osteggiati sul web.

Tante le voci contrarie. I millennials non si vogliono identificare come 土豪 (tuhao) termine che letteralmente significa “patata arricchita” ed indica i nuovi ricchi senza cultura.  C’è bisogno quindi di una conoscenza più precisa e profonda, che non deve necessariamente accondiscendere i millennials, ma li può aiutare a esplorare ulteriormente la cultura cinese.

Rianimare arti e mestieri antichi con l’aiuto di esperti e designer locali, è anche una via da percorrere. Le generazioni cinesi più giovani stanno appena iniziando a scavare nella loro cultura tradizionale, e sono ansiose di scoprire di più.

I marchi del lusso straniero possono sostenere questa rinascita culturale in atto finanziando, ad esempio, programmi culturali, o sviluppando prodotti specifici che possano coinvolgere le eccellenze artigianali locali di qualità, attingendo così al loro specifico know-how.

L’ARCS (Associazione Ristoranti Centro Storico) di Roma è da sempre attenta alla qualità del servizio offerto e durante questo periodo ha puntato ad un miglioramento costante della qualità dei servizi offerti. Sono state diverse le iniziative portate avanti dall’ARCS, che ha sempre messo al centro del proprio impegno l’eccellenza, senza trascurare il lavoro etico, la professionalità e la visione europea e mondiale della città di Roma.

Attraverso la partnership con NeXt – Nuova Economia X Tutti, ad esempio, ha potuto sfruttare l’iniziativa dell’Index per autovalutare il lavoro svolto e certificarne l’eccellenza. Dal lavoro con Musa Formazione, invece, sono stati elaborati dei modelli di dehors che dovranno rappresentare il futuro per la ristorazione romana, sulla scia di quanto già fatto in altre importanti capitali europee.

Proprio per l’eccellenza espressa nel settore della formazione, MUSA – azienda leader nel settore della formazione con esperienza più che ventennale, con una specializzazione nella creazione e nello sviluppo di corsi professionali in modalità e-learning – è stata scelta dall’ARCS che ha deciso di sviluppare il corso di “Restaurant Manager”.

Il settore turistico e ricettivo è sempre alla ricerca di nuove figure professionali da inserire nell’ambito lavorativo, mantenendo alti gli standard di qualità. Ecco perché c’è la necessità di formare i professionisti del futuro, attraverso un corso pratico e teorico che faccia conoscere loro tutti i segreti del mestiere.

Con 150 ore di lezioni tecnico pratiche e 400 ore di stage retribuito per l’assunzione, i partecipanti al corso saranno seguiti da professionisti del settore. Tra i formatori ci saranno, infatti, manager e direttori delle strutture, facenti parte dell’ARCS Roma, e di strutture alberghiere e ricettive di grande lustro. Ne citiamo alcuni: gruppo Voi Hotel partner Alpitour, Apuliahotel group e BV Oly Hotel. I partecipanti al corso saranno poi inseriti nel programma di tirocinio retribuito declinato all'assunzione.

Nel corso delle lezioni, che si svolgeranno in una sede di Roma, si apprenderanno i quadri normativi, la comunicazione nella ristorazione, la sicurezza e l’igiene, la mise en place, il servizio di sala e i metodi di servizio.

Al termine del corso ci sarà uno stage retribuito, da svolgere direttamente nelle strutture convenzionate di Roma e dintorni. Le stesse che cercano professionisti da assumere e si sono rivolte a Musa Formazione, che grazie a questo corso aiuterà a sviluppare le competenze necessarie a gestire il lavoro facendo esperienza e pratica in diversi ristoranti. L'obiettivo è, infatti, fornire una comprensione dettagliata della gestione di un'attività ristorativa, dall'organizzazione dell'ambiente di lavoro alla gestione del personale e della clientela. Alla fine del corso, i partecipanti sapranno prendere le giuste decisioni per operare nel settore della ristorazione in modo efficiente e professionale.

Presso il ristorante Maccheroni di Roma, facente parte dell’ARCS (Associazione Ristoranti Centro Storico) della Capitale, il Dottor Danilo De Mari – farmacista ed esperto in fitoterapia – ha presentato il suo “Restart Metabolico”. Il libro mostra come riacquistare la forma e tornare in salute in soli 31 giorni con un metodo innovativo che permette di perdere peso ed eliminare gonfiore, meteorismo, acidità, cattiva digestione, dolori addominali, stanchezza, mancanza di concentrazione e irritabilità. Ma come fare per stare attenti alla propria dieta anche al ristorante?
 
«Le regole – ha dichiarato il Dottor De Mari – sono semplici: iniziare sempre con un bel bicchiere di acqua naturale, cercando all'interno del menù la voce contorni o insalata e mangiare una verdura cruda. Questa, infatti, è fondamentale per rallentare l'entrata della glicemia nel sangue. Poi un primo, visto che la pasta non fa ingrassare e si può mangiare tranquillamente, soprattutto ridendo e scherzando a tavola con gli amici. È possibile anche aggiungere un secondo, sempre facendo attenzione a non mischiare mai le proteine. Il tutto – conclude – accompagnato anche da un bel bicchiere di vino».
 
 
L’ARCS, ospitando l’autore del libro in uno dei ristoranti associati, ha voluto ribadire il binomio tra cibi di qualità ad un’alimentazione sana. I ristoranti storici, infatti, hanno alla base dei propri menù la presenza degli alimenti sani della tradizione popolare ed è sempre possibile trovare il piatto perfetto per non rinunciare al piacere di mangiare con gli amici nel centro delle città tra tante bellezze. 
Luciano Flamini, del ristorante Maccheroni associato ARCS, ha dichiarato: «Nei ristoranti, posizionati nel centro storico di Roma, possiamo avere materie prime ed alimenti sani, mangiandole come vogliamo. La cosa positiva è che finalmente si può tornare al ristorante, stando tutti insieme e mangiando in un solo tavolo».
 
ARCS è stata costituita con il fine di promuovere, diffondere e rappresentare la cultura aziendale della ristorazione del centro storico di Roma, operando per favorire l’integrazione e il dialogo tra il mondo produttivo e i diversi portatori di interesse del territorio; presentare proposte e soluzioni condivise e realizzabili ad impatto significativo per Istituzioni, attività commerciali e produttive, residenti e visitatori; diffondere la cultura dell’ospitalità̀ delle attività̀ del Centro Storico e consolidare la comunità̀.