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Colors: Orange Color

Victoria Torlonia ottiene il diploma di Fashion Designer presso la prestigiosa Accademia Costume & Moda e approfondisce gli studi dell’antica arte manifatturiera italiana. Victoria ha a un sogno: celebrare la grande tradizione sartoriale sperimentando nuove soluzioni creative. Per realizzarlo intraprende un viaggio entusiasmante alla scoperta del “Made in Italy”.

Il suo brand necessità di creare modelli unici, ricchi di particolari preziosi, realizzati da un team di maestri artigiani.                                              

Gli abiti sono ispirati a una donna forte e dinamica ma anche romantica e sognatrice, creando una miscela di dolcezza e mistero. La collezione è versatile e decorata con pizzi pregiati, pietre e ricami. I colori che la caratterizzano sono legati alle sfumature della natura dai fiori, alle piante, alla terra, al riflesso dei raggi solari.

Le stampe presenti sono sempre un caratteristica inconfondibile del brand. I cuori e il logo sono rivisti e reinterpretati nel rispetto delle nuove stagioni, sempre a passo con i tempi e la moda. I materiali usati sono il più possibile naturali: seta pura, viscosa, pizzo, organza e cotone.

Il desiderio è quello di vestire una donna elegante e femminile in tutti i momenti della giornata.

Due capi moderni, freschi e dal comfort assicurato. Cecilia e Norton Carrot sono i jeans perfetti per un rientro dalle vacanze con stile, per lui e per lei.

Cecilia è il modello per le donne che vogliono essere sempre al passo con i tempi ma soprattutto con la moda, che quest’anno ha abbracciato il trend del wide leg e delle vestibilità più rilassate. Vita regolare e gamba ampia su tutta la lunghezza, è perfetto per chi ama ispirarsi ai look delle star e influencer senza rinunciare ad un fit confortevole. È versatile e adatto a differenti fisicità perché slancia la silhouette e fa spazio anche alle curve più accentuate. Da abbinare di giorno con le sneakers per un outfit più casual, la sera diventa sofisticato con i tacchi e top femminili.

Anche Norton Carrot si distingue per il taglio più rilassato che risalta la figura di chiunque lo indossi. 5 tasche con vita bassa, bacino morbido e gamba a carota che va restringendosi verso il fondo. Un denim eclettico e versatile, da indossare in modi differenti, più eleganti o informali a seconda dell’occasione e degli abbinamenti. Il fit è anche in questo caso è confortevole, ma non esasperato, per un look fresco di tendenza, che segna un ritorno in città da protagonisti.

Il talento, la costanza e il successo sono stati premiati in questi giorni al Magna Grecia Awards, in Puglia, nella serata speciale denominata “Inseguendo i Sogni”, nelle mani del talent scout e manager Alex Pacifico, che da ormai più di tre anni, attraverso la sua agenzia, la APM, promuove e sostiene artisti di ogni specie.

Cinema/fiction, televisione, moda e musica: un giovane imprenditore che in un momento storico in cui lavorare nel campo della moda, dello spettacolo e della tv era sempre più difficile (e con la pandemia le cose non sono migliorate), nel 2017 ha deciso di mettere al servizio di tanti aspiranti talenti la sua esperienza maturata a suo volta sulle passerelle importanti e davanti alle telecamere dei più seguiti programmi del piccolo schermo.

In una serata di gala di quelle difficili da dimenticare, Alex Pacifico, assieme a una delegazione della sua agenzia, da Ema Kovac a Mario Ermito, da Andrea Preti a Stefano Sala ad Antonio Lorenzon, ha ritirato un premio al suo lavoro, all’impegno, alla costruzione e al talento che da sempre lui sostiene con forza e con risultati che sono dinnanzi agli occhi di tutti.

«Ci vuole impegno e determinazione per raggiungere gli obiettivi ed il mio lavoro e la mia vocazione è accompagnare ed esaltare il talento degli altri» ha dichiarato il manager, subito dopo aver ritirato il premio, accolto da una standing ovation del pubblico. Accanto a lui, anche il conduttore Fabio Salvatore e Nunzia De Girolamo.

Per una volta è stato riconosciuto un merito a una figura oggi fondamentale di questo settore, che dal nulla ha creato personaggi e volti oggi notissimi, spesso anche esaltando quelli che da tempo erano in ombra e senza di lui non sarebbero tornati alla ribalta. Ecco perché nel 2021 forse questo riconoscimento è uno dei più condivisibili e meritato. Con lui assegnati anche altri premi a tutti i personaggi della sua agenzia.

Un ritorno dal vivo, dopo lo stop forzato del 2020, per la quarta edizione del "Performer Italian Cup", il cui programma verrà presentato alla conferenza stampa di mercoledì 30 Giugno al Palazzo degli Elefanti, a Catania. ll Campionato Italiano delle arti Performative "Performer Italian Cup" è il primo campionato delle Arti Scenico/sportive che, attraverso diverse tappe di qualificazione, decreta il campione nazionale italiano di ogni disciplina performativa. I migliori atleti e artisti, dopo aver superato le selezioni provinciali, regionali e aver vinto titoli importanti durante la finale nazionale, rappresenteranno la propria regione di appartenenza all'interno del programma televisivo che, puntata dopo puntata, farà sfidare i concorrenti in esibizioni di arti performative specializzate in un coreografico di canto, danza, recitazione, performer completo ed arti circensi ed acrobatiche. Alla fine dell'ottava puntata del programma si premieranno i vincitori della competizione. I finalisti presenteranno l'Italia all'European Cup 2022. Nel 2017 l'incontro fra Valentina Spampinato (ideatrice metodo Pass ) e Luigi Fortuna (presidente Nazionale CSAin ente di promozione sportiva riconosciuto dal CONI (Comitato Olimpico Nazionale Italiano) e dal CIP (Comitato Italiano Paralimpico) che ha come scopo la promozione delle attività sportive, culturali, assistenziali e ricreative del tempo libero.), segna l'inizio di una collaborazione volta alla promozione su tutto il territorio nazionale delle arti-performative-sportive.

"La diffusione del metodo di formazione P.A.S.S. tramite l’ente di promozione sportiva C.S.A.In. - racconta la direttrice artistica Valentina Spampinato - offre non soltanto il riconoscimento e la certificazione di una figura sempre più complessa e richiesta nello scenario dello show business internazionale, ma permette un miglioramento dei livelli medi di formazione ed una maggiore attenzione da parte del mercato del lavoro verso i nuovi talenti e le produzioni nostrane. Grazie al riconoscimento C.S.A.In, il Metodo Pass crea il primo ed unico circuito competitivo e sportivo delle Arti Performative". Il programma prevede otto settori di competenza: Performer completo (esecuzione di una performance multidisciplinare - minimo 2 discipline), Performer specializzato, in una sola disciplina (canto, recitazione, danza, arti circensi e acrobatiche), piccole e grandi compagnie (dai 3 artisti/atleti fino ad un massimo di 5 per le piccole compagnie e dai 6 artisti in su per le grandi) e infine Duo (due artisti). Dal primo al 4 Luglio la quarta edizione del Performer Italian Cup si svolgerà al Centro fieristico le Ciminiere di Catania e vedrà il coinvolgimento di grandi nomi del mondo della spettacolo. A condurre insieme a Valentina Spampinato il noto coreografo Garisson Rochelle.

  

A rappresentare il tricolore della bandiera italiana le co-conduttrici: Valeria Marini, Anna Falchi e Klaudia Pepa. Il programma avrà una giuria tecnica composta da: Chiara Cattaneo, Paride Orfei e il Maestro Vessicchio. I preparatori atletici del Metodo Pass sono i professionisti: Fioretta Mari, Anthony Patellis, Andrea Rizzoli per la recitazione. Grazia Di Michele, Fabio Lazzara, Ivan Lazzara  per il canto. Maura Paparo ,Matteo Addino, Janine Molinari per la danza e formeranno degli show per gli atleti da coinvolgere in un confronto sempre più impegnativo da un punto di vista di difficoltà tecnica. L'intrattenimento è affidato allo showman Antonio Delle Donne. "L’emergenza Coronavirus ha travolto l’Italia non risparmiando nessuno, abbattendosi come uno tsunami sul mondo dell'arte, della cultura e dello spettacolo e mettendone a nudo le fragilità del comparto. La danza, la musica e la recitazione dovrebbero oggi più di prima essere incoraggiate e sostenute per contribuire a ritrovare il benessere e la serenità che il Covid ci ha sottratto. Il Campionato italiano delle arti Performative non solo è un'occasione per superare lo shock subito dalla pandemia ma è anche un forte segnale di vicinanza ai giovani artisti emergenti che dall'iniziativa possono ricevere grazie alle Work Room in diretta, fulcro del  metodo P.A.S.S  importanti proposte professionali " conclude Valentina Spampinato.

Premio Incinque Jewels è l’evento di punta della Roma Jewelry Week 2021. Il concorso internazionale, alla sua seconda edizione, intende valorizzare la cultura del gioiello contemporaneo a Roma. Il contest è promosso dall’associazione Culturale Incinque Open Art Monti di Roma e curato dall’architetto Monica Cecchini direttore del progetto e dall’art director Jewelry Emanuele Leonardi, autore del "gioiello narratore".

Per la prima volta Incinque Jewels sarà l’evento protagonista della prima edizione della Roma Jewellery Week, manifestazione che vedrà coinvolte associazioni, scuole orafe, laboratori e atelier altamente selezionati. Un imperdibile palinsesto dedicato interamente alla divulgazione e promozione del gioiello d’artista, di ricerca, d’autore.

L'esibizione si terrà dal 15 al 17 ottobre 2021, in una inedita location: il sito archeologico “Auditorium di Mecenate” di Roma risalente al 30 a.C.. Si tratta di un antico ninfeo fatto costruire da Gaio Cilnio Mecenate, consigliere di Augusto e protettore di letterati e poeti, colui che oggi potremmo definire un antico ministro della cultura. Esporre nell’Auditorium di Mecenate ha, dunque, un valore straordinario, non solo perché per l’occasione sarà accessibile al pubblico, ma anche perché è il sito dove Virgilio e Orazio declamavano i loro versi, e dove si promuoveva la condivisione nell’arte. Se ancora oggi utilizziamo il termine mecenatismo per indicare il sostegno economico a iniziative e progetti artistici o culturali, lo dobbiamo proprio a Mecenate.

La mostra collettiva sarà il frutto di una accurata selezione di creazioni orafe artistiche da parte di una giuria di esperti del settore: Laura Astrologo Porché, jewelry journalist per il gruppo Celebre Magazine World e titolare della pagina Instagram @journaldesbijoux, Barbara Brocchi, Creative Manager, Illustratrice, Scrittrice, Designer, Docente IED, Bianca Cappello, storica e critica del gioiello, docente e autrice di diverse pubblicazioni sul gioiello e sulla bigiotteria, Eugenia Gadaleta, consulente di comunicazione e fondatrice del progetto Milano Jewellery Tour, Emanuele Leonardi, art director Jewelry del Premio Incinque Jewels, artista orafo del “Gioiello Narratore”, Matilde Pavone, Maestro orafo specializzato in Alta gioielleria, coordinatore e docente del corso in design del gioiello di Accademia Italiana Roma, Marina Valli, Designer del gioiello, presidente dell'associazione romana Officine dei Talenti Preziosi OTP e docente in Design del Gioiello, Jonathan Giustini scrittore e giornalista e Monica Cecchini, architetto, designer e curatrice di eventi d'arte presidente dell'Associazione Culturale Incinque Open Art Monti, e fondatrice del progetto Roma Jewelry Week.

Convivialità, interdisciplinarità, rigenerazione sociale e gioia sono i temi scelti per la seconda edizione del concorso. Il Premio Incinque Jewels quest’anno vuole favorire una riflessione sul tema del “recuperare i gesti e gli animi di convivialità per una rigenerazione sociale” e creare un dialogo tra chi realizza l’opera e chi la osserva. Vuole indagare la funzione del gioiello come oggetto simbolico, non solo ornamento dalla valenza artistica e dall’importanza riconosciuta spesso unicamente per la sua matericità preziosa, ma portatore di un messaggio dal valore sociale. Un tema molto importante e sentito in questo periodo storico estremamente difficile, in cui è tantissima la voglia di ripartire con un nuovo spirito e di mettere al centro l’arte.

Si chiede ai partecipanti di pensare e progettare un gioiello che valorizzi le antiche arti e che possa creare un legame con l’arte contemporanea, di interrogarsi sul valore della condivisione di idee, sentimenti, stati d’animo. Su come il nostro spazio interiore può cambiare lo spazio esterno, come i rapporti interpersonali possano cambiare il futuro e quanto questo influisca su aspetti legati alla sostenibilità.

I tre vincitori avranno la possibilità di esporre le loro creazioni con una personale per il primo classificato e una bipersonale per il secondo e terzo classificato presso la galleria Incinque Open Art Monti di Roma. Un premio speciale di comunicazione per il gioiello sarà offerto dalla consulente e docente Eugenia Gadaleta che consiste in un press kit professionale e una consulenza di comunicazione, strumenti indispensabili per far conoscere le proprie creazioni tramite i media.

Pee iscriversi e ricevere il bando mandare una mail entro il 19 luglio 2021 all’indirizzo di posta elettronica Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. specificando nell’oggetto “Candidatura Premio Incinque Jewels”. Info www.incinqueopenartmonti.com

Lo stile e l’arte di un occhiale possono essere davvero frutto della particolare raffinata genialità di chi li crea. E’ il caso di Marco Melis, vera eccellenza italiana del Made in Italy nel settore dell’ottica, che negli anni ha saputo fare di una sua passione, un lavoro prima e un’impresa poi. Oggi sono molti i personaggi anche internazionali, dal regista Spike Lee all’attrice Monica Bellucci, che indossano le sue “creazioni”.

Titolare della Marcomelis Eyewear, Melis ha una sua filosofia per creare un modello o una collezione di occhiali: immaginare ogni singolo pezzo come un accessorio per dare risalto al volto e all’outifit di chi lo indossa. Rispetto ad altre attività, durante i mesi più duri della pandemia, ha stretto i denti continuando a dare lavoro ai suoi dipendenti che sono per lui diventati nel tempo una seconda famiglia. Per continuare a garantire l’esclusività della sua produzione. Ecco perché secondo lui c’è solo un modo per riuscire a salvaguardare l’economia nazionale: proteggere e difendere la qualità italiana evitando il facile abbaglio dei costi di produzione più bassi proposti all’estero ma che alla lunga rischiano solo di fornire alla clientela proposte non di qualità ma grandi numeri.

Il 2020, l’anno della pandemia Covid-19, l’industria manifatturiera italiana ha segnato un calo significativo generale del 14.3% sul fatturato. E questo nonostante gli incentivi statali, come il Bonus Vista, per il settore ottica. Anche lei è convinto, come stabiliscono le indagini di marcato, che nel 2021 vi sarà una ripresa?

Qui dobbiamo fare un passo indietro, prima della pandemia, quando molte aziende sono andate a produrre altrove, causando una crisi ai nostri terzisti. Io in quel momento ho deciso di rimanere in Italia e successivamente con l’arrivo della pandemia ho risposto investendo nei terzisti che erano rimasti senza lavoro. Questo è stato il mio modo di rispondere alla crisi e alla pandemia stessa, utilizzando un periodo di blocco totale per attrezzarmi alla ripartenza. E' stata dura e ancora non so se sono stato bravo o incosciente rischiando parecchio, so solo che oggi i miei ragazzi sono ancora tutti al proprio posto di lavoro e certamente senza di loro non avrei potuto fare niente, devo solo ringraziarli.

Quale potrebbe essere la proposta per il rilancio?

La ripartenza ci sarà e anche proficua per chi ha resistito e ha potuto investire come noi. Stiamo parlando di un ennesimo "dopoguerra", con la differenza che non dobbiamo ricostruire né strade né case, ma reti vendita.

Altro tema scottante è la contraffazione, che paradossalmente nel 2020 ha comunque contribuito in larga scala a perdite ingenti. Come stilista ma anche imprenditore, si sente tutelato e quale sarebbe secondo lei il miglior modo per abbattere il fenomeno?

La contraffazione purtroppo esiste perché esiste la richiesta. Fino a quado con cambierà la cultura delle persone tutto questo non avrà battute d’arresto, malgrado gli sforzi del Governo nel trovare leggi adeguate al caso. Vedo spesso e volentieri bancarelle e mercatini con occhiali di marca di dubbia provenienza e originalità. Dovremmo tutti imparare che se una cosa non possiamo permettercela non è la fine del mondo.

La sua caratteristica è il claim che si ritrova sulle asticelle dei suoi occhiali: “Fatto da un Italiano”. E’ un inno al Made in Italy o una sana fierezza originale?

La frase “Fatto da un italiano” è una mia provocazione, poichè troppo spesso vediamo improbabili  critte tipo “Hand made”, “Made in Italy” etc . Io ho voluto comunicare di più, prendendo le distanze, dicendo la stessa cosa, ma vera!

Da quando è nato lo stile, gli occhiali sono un accessorio strategico per gli outfit di chi è fashion victim. Dica la verità: in questa epoca 2.0, e in vista di quella 3.0, quanto conta la firma di una griffe di prestigio rispetto alla qualità del prodotto?

Facciamo subito una distinzione e permettetemi anche di fare chiarezza. Voglio citare due tipi di realtà produttiva: quella artigianale e quella cosiddetta "a controllo numerico". La prima è intuibile: parliamo di un occhiale completamente fatto mano, che viene tagliato attraverso l’utilizzo di un pantografo, pezzo per pezzo.  Il controllo numerico invece è una sorta di catena di montaggio, dove le montature degli occhiali vengono tagliate in serie da apparecchiature industriali. La differenza è che nel primo caso la qualità del prodotto è garantita, nel secondo c’è comunque un buon livello ma in un contesto in cui il processo di realizzazione nasce per ottenere pezzi nel minor tempo possibile. Fatta questa distinzione, non significa che avendo indosso un modello griffato sia di fatto sinonimo di eccellenza.

Lei ha disegnato montature per personaggi internazionali come Spike Lee e Monica Bellucci. C’è una sostanziale differenza nel creare modelli destinati a questi grandi nomi, rispetto poi a quelli per la clientela di massa?

Come dicevo prima la differenza è l’approccio. Io guardo l’anima delle persone, indipendentemente dalla loro bellezza o estrazione sociale. A me piace prolungare l’anima delle persone e farla risaltare sul volto. Quando ho disegnato gli occhiali a Monica Bellucci ho pensato in un primo momento alla diva che risiede dentro lei, ma era troppo scontato.  Ho scelto quindi di proteggere la sua parte interiore, quella timida. Monica ha voluto sapere ogni singolo procedimento adottato per i suoi occhiali e quando li ha indossati li ha definiti “dei bellissimi guanti”. Gli occhiali per Spike Lee sono nati con una provocazione, ho voluto crearli in una forma che lui non usa mai: con le lenti a goccia ma strani, anima in metallo e borchie in acetato. Praticamente due occhiali in uno. Volevo che avesse un pezzo unico che esprimesse robustezza e stabilità come una sorta di incontro tra due mondi.

Nelle foto in cui lei è con il grande regista americano, notiamo che ridete. Cosa si ricorda di quell’incontro?

E’ stato davvero divertente, ci siamo incontrati al Festival di Venezia dopo la conferenza stampa di un suo film. Ho fatto in tempo a darglieli in quei pochi attimi in cui un personaggio come lui li ha a disposizione. Non appena è stato possibile, mi sono infilato un paio di guanti bianchi e gli ho sporto i suoi occhiali, dicendo: “Hi,  these are your sunglasses”. Spike ha preso i suoi e ha fatto finta di gettarli via ridendo. Anche lui non poteva credere che qualcuno a distanza potesse cucirgli addosso un paio di occhiali.