Lo sport, come si vede ormai da tempo, è un importante strumento di inclusione e coesione sociale ed il golf, per le sue caratteristiche tecniche e le modalità di svolgimento, risulta essere estremamente indicato per la stimolazione di specifiche aree neurologiche dell’individuo a supporto di processi cognitivi. L’attività all’aria aperta, inoltre, consente di realizzare una costante integrazione.
Ecco perché Stella Selene Onlus, associazione senza scopo di lucro che da anni lavora sul territorio a favore dell’inclusione e a sostegno della disabilità, ha ideato “Golf ability”, programma di golf per ragazzi con disabilità.
Il tutto verrà realizzato in collaborazione con la collaborazione del Circolo Golf Casal Palocco e Riccardo Valeri (maestro di golf PGAI/FIG del circolo romano) ha fatto il punto sul golf in Italia e sui vari progetti a favore della disabilità in tal senso.
«Il golf può dare tanta voglia di mettersi in gioco. La disabilità, infatti, porta tante persone a dire “non posso” e proprio questo è l’obiettivo del progetto: sconfiggere tale mentalità e andare oltre il “non posso”. La disabilità non è non poter fare, ma fare in altro modo. In passato mi sono occupato già di progetti simili, portando sul green persone disabili, con sindrome di down, con disabilità articolari e anche non vedenti. Anni fa, inoltre, mi sono occupato di un progetto per il recupero di alcuni detenuti. Questo per dimostrare come il golf possa essere un vero veicolo di inclusione. Con progetti come “Golf ability”, infatti, si dà la possibilità a persone disabili di rimettersi in gioco, facendogli capire che loro possono, se vogliono».
Il golf già da tempo si è aperto al mondo delle disabilità con tornei a livello nazionale e internazionale. «Sono state ideate competizioni con regole, campo e strumentazione ad hoc» ha spiegato Valeri, che torna a collaborare con Stella Selene: «In passato abbiamo sviluppato diversi progetti e non vedo l’ora di tuffarmi in questa nuova avventura, portando sul green in ragazzi e facendoli divertire in gruppo, insegnando loro i rudimenti del golf».
Valeri – che dal 2002 gioca a golf e dal 2008 è riconosciuto come professionista a livello internazionale – ha fatto anche il punto sulla situazione del golf in Italia. «La Ryder Cup – ha detto – ha rilanciato il golf italiano, anche se speravo che il progetto potesse aprire nuove frontiere e dare maggiore visibilità prolungata nel tempo. Non è stato così, ma noi professionisti, come il supporto della Federazione, continueremo nel nostro lavoro di promozione per incentivare la nascita di nuovi giocatori».
«Bisogna capire – ha proseguito Valeri – che il golf è uno sport molto lento e questa può essere una difficoltà in un tempo dove siamo tutti frenetici. Padel o calcetto, per dire, sono più rapidi. Anche se non ben allenato, entro in campo e qualcosa riesco a fare. Nel golf non è così.
Sfatiamo anche il mito che sia uno sport costoso. È chiaro che più si alza il livello, più costa. Ma una bicicletta professionale, per esempio, non costa? Giocando nel modo più semplice, però, non si va incontro a costi spropositati. Il vero problema – ha concluso – può essere il tempo da dedicargli».