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Modellini in scala che arrivano a costare quanto e (a volte) anche più di un’auto vera. Si tratta delle riproduzioni dell'Amalgam Collection, che possono arrivare a costare anche 13.000 euro, come nel caso della riproduzione fedele della McLaren Senna,
«E' la cosa che mi diverte quando scattiamo una fotografia ad alta risoluzione e la facciamo vedere a qualcuno - racconta Sandy Copeman, il 65enne fondatore della factory di Bristol al Corriere della Sera -, se non capiscono che si tratta di un modellino e pensano alla macchina vera e propria, allora vuol dire che abbiamo fatto bene il nostro lavoro».
Come base di partenza, gli artigiani della Amalgam impiegano i dati CAD forniti dalle case costruttrici e contano sugli ingegneri dei marchi. Tra i partner della Amalgam c'è anche la Ferrari: l'azienda, infatti, produce i modellini delle F1 della Rossa dal 1998, in piena epoca Schumacher.
Per le auto storiche, il procedimento cambia: Amalgam crea delle scansioni laser di ogni elemento, sia della carrozzeria che degli interni, scattando migliaia di foto. Per la produzione dei modellini vengono impiegate tecnologie all'avanguardia, come ad esempio la stampa 3D, ma le rifiniture di ogni esemplare vengono realizzate a mano.
Il gruppo Fca mette in mostra la sua storia. All’interno del Mirafiori Motor Village – voluto fortemente nel 2006 da Sergio Marchionne – verrà infatti inaugurato un percorso che accompagnerà avventori ed appassionati lungo la storia ultracentenaria del gruppo.
Ad Autoretrò 2020, Fca mette in mostra tre modelli appartenenti ad epoche che hanno fatto la storia della motorizzazione. Si tratta della “veterana” A.L.F.A. 24 HP del 1910 carrozzata Castagna (ovvero “la mamma di tutte le Alfa”, essendo stata il primo modello del marchio scaturito dall’accordo tra il cavaliere Ugo Stella e il progettista piacentino Giuseppe Merosi).
Ampio spazio per l’Alfa Romeo 6C 1500 SS del 1928 (la vettura vincitrice dell’edizione 2019 della Mille Miglia) e ad una popolarissima “quarantenne”: un esemplare di Fiat Panda 30 del 1980.
Venticinque fortunati nel mondo, pronti a sborsare una cifra che supera abbondantemente i 3 milioni di euro, potranno guidare e soprattutto esibire una perfetta replica della Aston Martin DB5 che James Bond guidò per la prima volta nel 1964 in “Goldfinger” e che è stata protagonista in più episodi delle avventure del celebre 007.
Forte della esperienza maturata con la costruzione di più esemplari della prima DB5 - denominata Job 1 - e con la collaborazione della EON Productions e del guro degli effetti speciali Chris Corbould, la Aston Martin ha infatti avviato la produzione dei primi esemplari del clone della DB5 di 007.
Le vetture sono complete dei dispositivi (naturalmente resi innocui) che facevano parte della dotazione dell'agente segreto di Sua Maestà, come le mitragliatrici nascoste nei lampeggiatori, le targhe rotanti e il tetto apribile per fa 'eiettare' il seggiolino del passeggero. Tutte rigorosamente verniciate in argento Silver Birch, le repliche della DB5 di James Bond sono fabbricate a mano, in 4.500 ore per esemplare, presso il reparto Heritage della Aston Martini, e vista la complessità della costruzione appare più che giustificato il prezzo di 2,75 milioni di sterline tasse escluse, quindi 3,32 milioni di euro.
Le conglomerate del lusso targate USA puntano con insistenza sull’heritage del Made in Europe. La strategia era nell’aria da tempo, ma la scintilla che ha dato il là a tutto è stata, sicuramente, l’episodio di settembre. L’operazione che ha portato Versace nelle mani del gruppo Michael Kors, facendo nascere Capri Holdings, ha denotato la volontà a stelle e strisce.
Ma l’idea nasce da lontano, ovvero dal 2015. Cinque anni fa, infatti, Coach si era assicurato l’acquisizione di Stuart Weitzman, ampliando –nel 2017 – la portata dell’affare anche con Kate Spade. Il tutto ha dato il là per la presentazione a Wall Street come Tapestry.
Due mesi dopo, Michael Kors ha ‘risposto’ aggiudicandosi Jimmy Choo per quasi 900 milioni di sterline, stimolato delle potenzialità del marchio londinese di scarpe e accessori, famoso tra le celebrities.
Guardano da sempre al lusso, inoltre, anche le ambizioni di Calvin Klein e Tommy Hilfiger, in orbita al gruppo Pvh, che stanno provando a uscire dalla definizione di apparel company.
La Fiat 500 ha compiuto 63 anni e riparte con la city car elettrica da Torino, dove il 4 luglio 1957 è nato il mitico 'Cinquino', fenomeno di costume e ambasciatore del made in Italy nel mondo, tanto che nel 2017 un esemplare della prima generazione - quella che negli anni Cinquanta ha dato mobilità e libertà agli italiani - è entrato a far parte della collezione permanente del Museum of Modern Art (MoMa) di New York. Con la seconda generazione, quella del 2007, la Fiat 500 è diventata un'icona di moda e stile che dall'Italia ha conquistato il mondo.
Nello stabilimento di Mirafiori completamente rinnovato è iniziata la produzione della Nuova 500, mentre al quarto piano della Pinacoteca Agnelli, al Lingotto, in occasione del compleanno, è stata inaugurata la Virtual Casa 500. Un museo virtuale per raccontare il passato, il presente e il futuro della 500, che si può visitare come una mostra permanente dal proprio smartphone, dal pc o dal tablet.
Il museo virtuale per raccontare il passato, il presente e il futuro di 500 si può visitare come una mostra permanente dal proprio smartphone, dal pc o dal tablet. Una visita dinamica, dagli anni Cinquanta a oggi per raccontare una storia che appartiene a tutti noi, proprio come 500. Si vuole così dare un’anteprima virtuale di cosa sarà “Casa 500” che verrà ospitata negli spazi della Pinacoteca al Lingotto e che sarà pronta per essere inaugurata nella primavera del 2021.